Luca Di Pasquale Risponde Alle Domande

In questa puntata Luca Di Pasquale torna a chiacchierare con noi! E risponde alle nostre domande sulla sua quotidianità vissuta con il disturbo Depressivo Maggiore.

Trascrizione

Questa trascrizione è stata scritta da Damir Chernichenko. Se vuoi aiutare anche tu con le trascrizioni del podcast contattaci!

[SIGLA INTRO: Musica, canzone con testo:
“I just know you got that somethin’,
That somethin’,
Somethin’ special ‘bout you!”]

Allison Dye:
Ciao a tutti e benvenuti al podcast ‘Ma non sembri malata’, io sono Allie. Oggi sono qui con Nicole.

Nicole Calvani:
Ciao a tutti.

Allison Dye:
E oggi abbiamo di nuovo con noi Luca Di Pasquale.

Luca Di Pasquale:
Ciao a tutti quanti.

Allison Dye:
Bello averti di nuovo con noi, Luca. Secondo me sarà che l’altra volta ti sei trovato bene, quindi sei tornato e meno male perché è un piacere averti qui sul podcast insieme a noi. E oggi volevi tornare per condividere un po’ di aspetti della tua storia che non hai condiviso l’altra volta, che vorresti condividere con noi oggi.

Luca Di Pasquale:
Si.

Allison Dye:
Allora io incomincerei a chiederti un po’ di domande, ad esempio, chi erano le persone che ti hanno aiutato di più? Per chi non lo sa, Luca soffriva di depressione e ci soffre ancora. Io vorrei sentire un po’ le persone che t’hanno aiutato di più, perché secondo me spesso chi ha un familiare, un amico, una conoscenza che ha la depressione non sa cosa fare, non sanno come aiutare quella persona nella loro vita e quindi secondo me tu condividendo queste tue esperienze con gli altri potresti dirci tu stesso chi erano queste persone.

Luca Di Pasquale:
Sì sì, Allora, diciamo che quando si affrontano questi problemi, come ad esempio la depressione, l’ansia, bisogna avere per forza una persona accanto, perché non si può superare da solo. La persona che mi ha aiutato di più, di più di tutte, è mia mamma, sicuro, perché subito è riuscita, diciamo, a capirmi e ad aiutarmi, proprio anche fisicamente, con gli abbracci ed emotivamente, perché comunque parlavamo tanto, abbiamo iniziato ad avere un dialogo sempre più aperto, che prima magari non avevamo. Quindi lei mi ha aiutato tanto sia all’inizio, E poi anche nel mentre della cura della malattia, ad affrontare comunque tutte le ansie che avevo e ad affrontare anche le mie paure. Poi lei mi ha portato sempre dalla psicologa, quando dovevo cambiare medicina. Insomma, lei è stata molto, molto coraggiosa rispetto anche più coraggiosa di me.
Perché non è semplice, nel senso lei spesso magari stava giù, parecchie volte piangeva ma non me lo faceva vedere, perché non capiva, diciamo, cosa fare. Quindi è stato difficile per lei, infatti ora me lo racconta ogni tanto. comunque anche lei si è ritrovata da sola perché comunque anche lei… le amiche comunque non l’hanno capita e quindi diciamo si è ritrovata un po’ da sola ad affrontare questa cosa però ora si sente molto più forte ed è cambiata tanto e ora la gente che non capiva ora capisce tutto quello che abbiamo passato io e lei. Quindi maggiormente mia mamma, poi anche mio padre, anche se ovviamente con più difficoltà, ma mia mamma è proprio stata la mia roccia, cioè io mi aggrappavo veramente a lei.
Se lei era felice lo ero anch’io e veramente a lei proprio devo tanto. devo tantissimo.

Allison Dye:
È una bellissima cosa.

Nicole Calvani:
Sì.

Allison Dye:
Anche perché c’è tantissima… secondo me è molto difficile vedere qualcuno a cui vuoi tanto bene, una persona che ami, vedere quella persona che soffre.

Luca Di Pasquale:
Sì, sì.

Allison Dye:
Soprattutto quando è una cosa invisibile, no? Che magari da bambino, quando cadevi e ti graffiavi le ginocchia, no? Lei poteva metterti il cerotto, si vedeva che hai la ferita e poteva subito aiutare. Immagino che per lei era anche una cosa dolorosa non vedere questo tuo dolore e volerti aiutare e metterti subito un cerottino, no? E la cosa che mi piace tanto di quello che hai detto è che tu prendevi coraggio da lei.

Luca Di Pasquale:
Sì, tanto.

Allison Dye:
E secondo me ci vogliono queste persone che ci regalano un po’ del loro coraggio quando a noi manca del tutto.

Luca Di Pasquale:
Sì, è vero, è vero, infatti proprio così. Io vedevo che lei comunque era coraggiosa e andava avanti, io grazie a lei comunque riuscivo ad avere un po’ di positività, anche se anche lei ovviamente aveva dei momenti in cui stava giù, però. È stata forte perché comunque non me lo dava mai a vedere.

Allison Dye:
Sì, sì. Una nostra amica, Carlotta Bellomo, che è stata anche lei sul podcast, quando raccontava la sua storia ha detto sante mamme e quindi è una cosa che ora io e Nicole ci diciamo e io direi anche della tua mamma, santa mamma.

Luca Di Pasquale:
Sì, è vero.

Allison Dye:
Perché davvero sono contenta che ti è stata sempre, sempre accanto.

Luca Di Pasquale:
Sì, sempre.

Allison Dye:
Quindi magari per chi non ti è stato accanto come magari avresti voluto, perché magari facevano fatica loro stessi a sapere cosa fare, cosa diresti proprio a qualcuno che non sa cosa fare, non ha la minima idea e quindi stanno lontani perché non sanno come comportarsi?

Luca Di Pasquale:
Sì, dato che, come dicevi tu, è una cosa comunque invisibile, è proprio tanto, tanto difficile da far capire alle persone. Quindi io penso che, innanzitutto, bisogna parlarne sicuro con la famiglia, perché è la prima che può aiutarti. E poi, se uno ha degli amici, ben venga. Anche se non è semplice comunque, perché comunque, ad esempio nel mio caso, non sono riusciti a capirmi, quindi si sono anche allontanati per, diciamo, per paura. Perché non capivano, perché comunque era un’età abbastanza giovane, quindi si pensa solo ad uscire e così e così.
Quindi il primo… la prima ancora è la famiglia, sicuramente.

Allison Dye:
Sì.

Luca Di Pasquale:
e molto bisogna parlare con persone che ci passano. Infatti io mi sono trovato tantissimo bene a parlare con una signora del mio paese che ha avuto gli stessi problemi, anche se lei è molto più grande di me, ha l’età di mia mamma, è venuta a casa. Io veramente non mi sono mai sentito veramente così capito. quando ho parlato con lei veramente meglio di un dottore perché una cosa che dicevo io la voleva dire lei veramente mi sono trovato bene perché è come un dolore che uno magari uno si rompe il braccio io non mi sono mai rotto il braccio non so cosa significa rompersi il braccio il dolore quindi diciamo che non si può mai spiegare un dolore a una persona che non ci è passata.

Nicole Calvani:
Sì, concordo pienamente. Ma ci sono altre persone che comunque ti hanno aiutato oppure c’è stata mamma?

Luca Di Pasquale:
Allora, di più di più mia mamma, mia mamma mi è stata proprio accanto veramente, come un’amica, però tantissimo mi ha aiutato anche mio padre che lui comunque mi ha cercato di capirmi anche se lui faceva più fatica di tutti, perché ha una mente un po’ più magari antica. I miei nonni anche mi sono stati accanto e le mie serelle sicuramente anche tanto perché sono, diciamo, dovuti entrare con forza in questo mondo e quindi anche loro comunque si sono riusciti ad adattare e ad aiutarmi in tutte quelle situazioni che loro si sono poi abituate, diciamo, per una cosa normale per loro. Poi all’infuori, insomma, non sono riuscito a farmi capire. Diciamo che le persone di più che mi hanno aiutato sono proprio le persone con cui vivo, perché vivevano proprio il mio dolore quotidianamente. Quindi persone di fuori, anche di famiglia.
Comunque tuttora non mi sono riusciti a capire.

Allison Dye:
Penso anche io la stessa cosa della mia famiglia per quanto riguarda la mia salute, perché magari qualcuno di fuori tipo che non mi vede tutti i giorni non capisce quanto io soffro, quanti problemi ho, perché non mi vedono giorno dopo giorno. Invece la mia famiglia mi sta sempre accanto, quindi capiscono meglio di tutti cosa provo, cosa sento, come vanno le mie giornate e perciò spesso dico che sembra che capiscono la sclerosi multipla, come se lo avessero anche loro, da quanto mi stanno vicini, quindi penso che è simile anche per te.

Luca Di Pasquale:
Sì, la stessa cosa, sì, sì, sempre. La quotidianità con te vive 24 ore su 24, quindi li vede tutti i dolori che uno ha e come soffre, come ci si sente. Non riuscirà mai a capire il 100%, però un buon 80% sicuramente sì.

Allison Dye:
E ci sono tante persone che magari hanno paura di dire le parole “io ho la depressione” e tu invece per quanto vedo io hai avuto un sacco di coraggio soprattutto quando hai raccontato tutto sul podcast, hai raccontato tutti i dettagli della tua storia in modo sincero e davvero magari c’è chi dice come faccio a dirlo magari ad un mio amico perché si vergognano, perché purtroppo è una cosa di cui si vergognano tantissime persone, anche quando non dovrebbe essere così. Quindi cosa diresti a quella persona?

Luca Di Pasquale:
Allora, io personalmente direi che bisogna sempre essere onesti e dire la verità, quindi anche se uno ha paura di perdere quella persona, perché magari può aver paura di quello che ci sta succedendo e si allontana, però io dico che se uno, un amico è vero, una persona comunque ci tiene a te, nonostante quello che uno sta passando dovrebbe rimanere accanto. Quindi secondo me bisogna sempre parlarne con più persone possibili che ovviamente fanno parte della nostra vita per farli capire e renderli partecipi di quello che ci sta succedendo, in modo che comunque ci possano anche dare un consiglio e farci anche solo una chiacchierata. Quindi, infatti, ho fatto così. Io ho rischiato parlandone subito, quando magari potevo anche cercare di nasconderlo. Però io ho preferito subito parlarne.
Ovviamente è sempre in modo molto semplice, senza spaventare, però diciamo che bisogna essere fortunati. Vuol dire che io non avevo dei veri amici, insomma.

Allison Dye:
Sì, sì.

Nicole Calvani:
Concordo, anche perché comunque i veri amici ti stanno anche accanto nel momento peggiore, proprio lì si vede chi è amico o no. E quindi diciamo che hai anche potuto magari fare un po’ di pulizia, ecco.

Luca Di Pasquale:
Infatti a me, sinceramente, ho sofferto magari un po’ all’inizio, Ora sto meglio perché so che vuol dire che non andavano bene per me, vuol dire che comunque prima o poi non mi avrebbero aiutato fino in fondo, comunque prima o poi al minimo problema sarebbero allontanati, quindi ho preferito così, anche se all’inizio è molto doloroso perché comunque rimani da solo. comunque con la famiglia, l’importante è almeno stare sereni e in amore con la famiglia innanzitutto.

Nicole Calvani:
Concordo pienamente.

Allison Dye:
Magari c’è chi sbagliato nei confronti di qualcuno che conoscono che ha la depressione. Magari hanno detto la cosa sbagliata, magari hanno sbagliato di tutto e si sentono in colpa e vorrebbero rimediare o vorrebbero fare meglio in futuro. Cosa diresti a quella persona? Possono tornare indietro? perché sentendo anche te che dici che tanti amici se ne sono andati, magari c’è qualcuno così che sta ascoltando e dicono ma cavolo avrei dovuto fare meglio. Cosa diresti a quella persona?

Luca Di Pasquale:
Sì, sì, sicuro comunque può tornare sui passi, perché infatti è una cosa che mi sono trovato molte volte a soffrirne e le persone che comunque ti fanno ancora stare più male dicendo anche delle parole come, ad esempio, coraggio oppure fatti forza, sono le solite parole che mi sono state dette tantissime volte e fanno stare male. e il fatto di una persona che ti dice dai che passerà e abbi coraggio perché uno in quel momento lo sta avendo tanto coraggio. E quindi si può sbagliare tantissimo quando si parla con una persona che magari soffre di ansia o depressione perché qualsiasi parola può essere capita male o comunque presa in modo negativo. Perché comunque quando uno soffre depressione non lo fa apposta, ma vede quasi tutto negativo. Quindi anche una parolina detta male può dar fastidio.
È come il fatto di augurare di avere forza da fastidio. Tutto ora a me da fastidio perché in quel momento uno sta avendo forza, perché sennò già non ci sarebbe più in quel momento. il coraggio uno tutti i giorni lo dà e non serve che una persona glielo ricordi. Quindi penso che sia utile ascoltare più di più che parlare e sentire cosa ha da dire la persona che sta male, che soffre di depressione e saper ascoltare. Quindi magari stare anche mezz’ora, un’ora ad ascoltare e può anche magari non parlare perché magari se uno non riuscire a capire fino in fondo il problema, io penso che sia meglio ascoltare e comunque far vedere che non si è soli.
Quello è il metodo migliore sicuramente, invece di dare consigli sul fatto che magari prima o poi passerà, oppure che devi avere più forza, queste cose proprio non sono proprio belle da dire comunque in quel caso.

Allison Dye:
Certo, certo. Mi piace tanto come hai detto che possono tornare e rimediare e cosa possono fare invece di magari dire la cosa sbagliata o ferirti ancora di più, cioè ascoltare. Penso che tutti abbiamo da imparare su questo perché è molto più facile parlare per molti di noi che ascoltare. Anche io cerco sempre di imparare ad ascoltare meglio, non solo ascoltare ma sentire proprio quello che dice l’altra persona.

Luca Di Pasquale:
Sì, è vero. E ascoltare fa tanto più delle parole.

Allison Dye:
Sì, sì.

Nicole Calvani:
Concordo.

Allison Dye:
E un’altra cosa che io volevo chiederti era una domanda che mi è stata detta anche a me poco fa, una mia amica che mi ha chiesto cosa faccio se vado da un psicologo, una psichiatra e non mi ci trovo bene. Come devo fare? Posso cambiare, eccetera? E io volevo chiedere a te cosa faresti in quella situazione, cosa consiglieresti ad una persona come questa mia amica?

Luca Di Pasquale:
Sì, allora io ne ho cambiati tanti, tantissimi. È difficile trovare… non è detto che come sia un dottore o una psicologa ti capisca al primo colpo. Perché ogni psicologo, comunque dottore, ha un suo studio dietro e ha un suo metodo. Quindi bisogna, diciamo, capire a pelle.
Io l’ho capito sempre dalla prima seduta se andava bene per me. Io, ad esempio, andavo trovando una persona comunque molto, molto empatica e che comunque fosse dolce, fosse comunque affettuosa. A me serviva una persona come se si comportasse come di famiglia. E spesso ne ho trovati che sono proprio l’opposto, che sono lì per fare il loro lavoro e ti trattano come un oggetto, nel senso che dopo di lui ci sarà un altro, ci sarà un altro ancora, quindi vogliono straffinire e fanno le solite frasi, fanno tutto per prassi. Tanti me ne sono capitati di così, infatti io solo una persona ho incontrato con cui ci sono stato tantissimo tempo, due anni, che era proprio empatica, proprio affettuosa, proprio come se fosse una mamma e quando piangevo comunque Mi dava…
subito sapeva che stavo per piangere, mi dava i fazzoletti, mi accarezzava, mi teneva la mano, cioè veramente sembrava che io in quel momento stavo con mia mamma. Al mio compleanno, mi ricordo, mi aveva fatto un muffin con la candelina e mi ha regalato anche un libro. Quindi veramente lei è stata proprio come un’amica. Mai incontrato una persona come lei, infatti ci sto ancora in contatto. E dopo di lei ne ho dovuti provare per forza anche altri perché poi mi servivano…
Mi era detto proprio lei che dovevo cambiare campo. Però poi non sono più riuscito a trovarne un’altra come lei perché comunque non erano fatti per me. Magari una persona ci si trovava bene perché spesso mi è stato consigliato ad esempio uno psicologo molto, molto famoso con cui ci hanno tante persone, ma io ad esempio non mi sono trovato per niente bene. È molto soggettivo, dipende dal carattere che uno ha. Io sono uno molto affettuoso e dolce, quindi mi piace proprio una persona così.
Invece magari una persona più fredda, più riservata, magari gli va bene più una persona uguale a lei. Quindi credo che comunque è una cosa che va molto a pelle, si capisce subito la prima seduta se fa per te o no. Poi nulla ci vieta di cambiarlo, non è che stiamo sotto contratto, quindi non ci piace, uno non ci ritorna, non è un problema, assolutamente. Sai quanti ne ho cambiati, quindi…

Allison Dye:
Quindi si può, si può, senza vergogna. Senza…

Luca Di Pasquale:
No, non bisogna vergognarsi, uno lo dice, non fai per me, sei bravo, ma sento da un’altra parte. Nessuno si arrabbia.

Allison Dye:
È un buon consiglio.

Luca Di Pasquale:
Sì.

Nicole Calvani:
Assolutamente, direi. Anche perché anche io mi sono ritrovata in questa situazione a cambiarne tanti, perché alcuni, come ha detto Luca proprio, cioè parlano, però sono più sul professionale, troppo, troppo freddi, ecco sì, diciamo così, troppo professionali, troppo freddi.

Luca Di Pasquale:
È come se hanno una barriera, sì.

Nicole Calvani:
Sì, cioè ci sta da una parte, ma dall’altra magari non con chi magari ha più bisogno di, diciamo, calore, perché alla fine è quello.

Allison Dye:
Sì, sono stata con una che tutto il tempo scriveva nel quaderno, io cercavo… ed era brutto perché io volevo che mi guardasse negli occhi, invece dato che fissava un po’ il suo quaderno e scriveva tutto il tempo, mi sentivo più come… pensavo mi sento un po’ come una statuetta in un museo e lei sta facendo uno schizzo di me, quando io voglio parlare con quella persona che mi sta davanti.

Luca Di Pasquale:
Sì, sì, è vero, è vero. Tante volte è capitato anche a me, è uguale. Non c’è proprio l’approccio, c’è proprio una barriera tra medico, tra psicologo e comunque paziente, che veramente loro hanno le loro frasi da frassi, scrivono tutto, appuntano tutto quello che capiscono di te per farsi un’idea, però non hanno un contatto emotivo, ma solo troppo professionale a volte, che magari a certi va anche bene, però sempre dipende ovviamente sempre dalla persona.

Allison Dye:
Sì, sì.

Nicole Calvani:
Concordo assolutamente. Luca, hai qualcos’altro da aggiungere tu?

Luca Di Pasquale:
Allora, di tutto questo penso che bisogna comunque tenersi stretti i familiari e comunque bisogna comunque anche ringraziare se stessi perché comunque io penso che quando uno abbia un problema chi più di lui lo capisce quindi Io penso che ognuno che sta passando un periodo brutto, come nel mio caso, magari soffre di malattie psichiche, bisogna essere orgogliosi proprio di se stessi. Il lavoro che uno fa è già il fatto di affrontare la giornata, di superarla, è una cosa di cui andare orgogliosi, perché spesso mi sono ritrovato a sentirmi solo nonostante avessi la mia famiglia accanto, perché comunque spesso la mente è una cosa talmente delicata e intrecciata che spesso anche i familiari non riescono a capirti più che ti stanno vicino. Quindi bisogna ringraziare se stessi per il fatto che sia avuto il coraggio di affrontare il dolore, quindi di averlo superato giorno per giorno. Quindi bisogna andare nei fieri, insomma.

Nicole Calvani:
Bellissime parole, Luca, complimenti.

Luca Di Pasquale:
Grazie Nikita.

Nicole Calvani:
Belle, belle.

Allison Dye:
Sì, sì.

Luca Di Pasquale:
Grazie.

Nicole Calvani:
E mi hanno dato anche un po’ una spinta in più, sinceramente.

Luca Di Pasquale:
Grazie, un piacere.

Allison Dye:
Mi piace la frase ringraziare anche se stessi perché è vero perché è vero facciamo tanto e spero che possa incoraggiare anche chi ascolta in questo momento e magari chi non ha sentito l’altra puntata vi consigliamo di tornare indietro a sentire la storia di Luca di Pasquale che è una bellissima storia e per chi non lo sa dove possono trovarti sui Social.

Luca Di Pasquale:
E allora su Instagram mi chiamo LucaDiPasquale99 e dove pubblico maggiormente dolci o comunque piante. E su YouTube ultimamente non sto facendo tanti video sulle piante, faccio tipo tutorial su alcune specie di piante. Si chiama “Piantino Gardening”, su varie tipologie di piante. Sono le mie passioni, diciamo.

Allison Dye:
Bellissimo. Grazie a tutti e a due di voi per essere stati qui con me oggi e grazie anche a chi ascolta.

Nicole Calvani:
Esatto, grazie a tutti, insomma. (nikita ride) Esatto, risata patetica, non ci fate caso perché…

Allison Dye:
Tranquilla! Ci sentiamo, eh, Luca? Andate subito a seguire Luca sui social, è un ragazzo, come sentite, molto molto bravo, dolcissimo e ha tante cose belle sia su Instagram che su YouTube. E vi ringraziamo tutti.

Luca Di Pasquale:
Grazie mille a voi due principalmente e poi a tutte le persone che mi ascolteranno. Spero che trovino un po’ di serenità e un po’ di speranza.

Allison Dye:
Sono sicura che troveranno proprio queste cose. E ci sentiamo, eh?

Nicole Calvani:
Un abbraccio grande!

Allison Dye:
Un abbraccio! Ciao!

Luca Di Pasquale:
Ciao, un abbraccio!

[SIGLA OUTRO: Musica, canzone con testo:
“I just know you got that somethin’,
That somethin’,
Somethin’ special ‘bout you!”]

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