La Storia Di Erika Frattolillo

In questa puntata Erika Frattolillo, conosciuta nel mondo online come @endo.metriosi, ci parlerà della sua diagnosi, l’endometriosi. Ma ci parlerà anche delle sue passioni, e molto altro.

Trascrizione

Questa trascrizione è stata scritta da Damir Chernichenko. Se vuoi aiutare anche tu con le trascrizioni del podcast contattaci!

 

[SIGLA INTRO: Musica, canzone con testo:
“I just know you got that somethin’,
That somethin’,
Somethin’ special ‘bout you!”]

Allison Dye:
Ciao a tutti e benvenuti al podcast ‘Ma non sembri malata’, io sono Allie e oggi sono qui con Nicole.

Nicole Calvani:
Ciao a tutti!

Allison Dye:
E oggi abbiamo un ospite davvero speciale, Erika!

Erika Frattolillo:
Ciao, ciao a tutti!

Nicole Calvani:
Ciao Erika, benvenuta tra di noi finalmente.

Erika Frattolillo:
Ciao, grazie, sono molto contenta e onorata di essere qui.

Nicole Calvani:
E onorate siamo noi di averti qui, vedi?

Allison Dye:
Esatto, esatto.

Nicole Calvani:
Erika, io, o meglio, noi tempo fa girovagando su Instagram ti abbiamo trovata.

Erika Frattolillo:
Mrno male, cosi ci siamo conosciute.

Nicole Calvani:
Esatto, ed anche su Tiktok. Spero che un giorno ci conosceremo anche di persona, ovviamente.

Erika Frattolillo:
Lo spero anch’io.

Nicole Calvani:
E appunto su TikTok, a parte che mi fai piegare con i video, però comunque fai tanta anche informazione sulle tue diagnosi, giusto?

Erika Frattolillo:
Sì, spero di farla.

Nicole Calvani:
Guarda, arrivi sempre dove vuoi centrare il discorso. Oddio, mamma, cosa ho appena detto? Comunque, tranquilla, ci arrivi. Parlaci un po’ di te Erika. Chi sei? Cosa fai?

Erika Frattolillo:
Allora, io sono Erika, ho ventiquattro anni e studio giurisprudenza.

Nicole Calvani:
Ecco.

Erika Frattolillo:
Quindi, ecco, una cosa che non molti sanno, però sì, studio giurisprudenza, ma non so cosa vorrò fare da grande, quindi ancora non lo sappiamo. E sono una perona molto, molto solare devo essere sincera.

Allison Dye:
Si sente, dalla voce. Penso che sentono tutti.

Erika Frattolillo:
Però il segreto è che non lo sono sempre stata. Io sono nata che mi chiamavano, nel mio dialetto, Murgiona, perché stavo sempre col muso. Te lo giuro, mi arrivava sempre il muso sotto i piedi, infatti anche nelle foto, ero sempre così. Poi non so perché, per quale motivo, verso la terza media, ho iniziato ad essere solare, ho cacciato tutta la solarità del mondo, non lo so perché. E ho piacciato anche la chiacchiera, che prima non avevo.

Nicole Calvani:
Anche a me, no no, ho detto una cavolata. Io già in seconda elementare ero una chiacchiera, ma logorroica.

Erika Frattolillo:
Questa è un’altra malattia, tra virgolette, che ho aggiunto negli anni, essere logorroica. E niente, sono un po’ così, mi piace scherzare su tutto, anche sulla mia malattia, diciamo così, perché non mi piace piangermi addosso, essere depressa, infatti tutti mi prendono in giro perché ascolto solo musica molto felice, non lo so, mi deve mettere allegria la musica e quindi non riesco ad ascoltare le canzoni depresse perché non mi piace la depressione, non mi piace stare male.

Nicole Calvani:
E’ bene così, già uno è depresso, magari uno non sta bene, c’è la giornata no, se ascolti musica che fa anche piangere, insomma.

Erika Frattolillo:
Eh esatto é un po’ peggio, e quindi sono un po’ così.

Nicole Calvani:
Eh, ma a noi ci piace, eh!

Allison Dye:
Sì, sì!

Nicole Calvani:
E senti un po’, quali sono le tue diagnosi?

Erika Frattolillo:
Allora, la mia diagnosi è principalmente endometriosi e celiachia, diciamo che le due più…

Nicole Calvani:
rompipalle?

Erika Frattolillo:
No, oddio, la celiachia non è rompipalle, perché con quella ci sto bene, perché l’ho scoperta dopo tanti anni e ho passato circa 10-11 anni a stare molto male, quindi molto spesso mi dicono, ma tu non ti dispiace non mangiare questo, non mangiare quell’altro? E io dico sempre no, io sto benissimo così perché ho sofferto tanto, quindi so che quelle cose mi ricordano proprio il male. Della celiachia sono contenta, devo essere sincera, sono felice perché mi fa stare bene, quindi so che non posso mangiare queste cose, mi adatto, sto bene così e va benissimo così. L’endometriosi è un pochino un po’ più… è un pochino un po’ più… un po’ più… rompiscatole, perché si sta male, è un po’ più problematica, devo essere sincera. Però magari meglio questo che altro.

Nicole Calvani:
Concordo con la tua idea, anche io dico sempre così.

Erika Frattolillo:
Diciamo che facciamo leva su questo, è rompiscatole però meglio questo che una cosa più grave, cerchiamo di pensarla così perché altrimenti non c’e la facciamo più.

Nicole Calvani:
Brava, no assolutamente. E quando hai scoperto delle endometrosi?

Erika Frattolillo:
Allora, l’endometriosi l’ho scoperta quest’anno, il 16 gennaio 2021, quindi è stato un anno un po’ particolare perché è stato tutto molto veloce. Sono stata male per anni senza sapere nulla, cioè io ormai mi ero convinta che fosse l’utero retroverso, perché tutti i medici mi dicevano la causa del tuo male, la causa dei tuoi dolori, soprattutto durante le mestruazioni, tutti i dolori che avevo erano causa dell’utero retroverso. Ovviamente l’utero retroverso non causa nulla di male, assolutissimamente. Quindi io mi ero autoconvinta che il dolore fosse nella mia testa e quindi a un certo punto mi sono anche obbligata a a non stare più male, quindi ho detto che è inutile che vado dai dottori, cioè che ci vado a fare, non sto male veramente, è un dolore che parte dalla mia testa e quindi me lo devo tenere. Quindi per anni non ci sono più andata dai ginecologi, ci sono tornata e dai medici in generale, perché poi ho avuto anche problemi ortopedici, soprattutto alla gamba, mi avevano detto che era sciatica, invece veramente non era così.
Quindi ho smesso completamente di andarci. Poi a ottobre ho iniziato di nuovo a stare male, ho avuto un dolore cronico, un dolore pelvico cronico a sinistra. che io pensavo fosse dovuta all’ovulazione, quindi ho detto ok, mi stanno arrivando le mestruazioni, ho questo dolore, passerà. Poi me lo sono tenuto per un altro mesetto, un mese e mezzo, perché mia nonna stava male, quindi ho detto ok, non mi sembra il caso di mettermi in mezzo pure io con… le mie lamentele, perché per me non era vero, e quindi ho detto vabbè, aspetto.
Poi però questo dolore non è mai passato, cioè mi è arrivato e non si è più tolto, quindi dopo circa due mesetti, ho deciso di tornare da una ginecologa che mi ha detto che dobbiamo escludere l’endometriosi. Lei l’ha esclusa perché lei non ci credeva, non voleva nemmeno farmi fare una risonanza. Io però, indagando, cercando su internet, sui social soprattutto, su Facebook ho trovato un gruppo e mi ritrovavo in tutti i sintomi, quindi ho iniziato a farmi delle domande e quindi di testa mia, da sola, ho scoperto che esisteva un centro a Verona e ho detto ok, ci vado. Tanto male che va, mi dicono che non ce l’ho, cioè non ci perdo nulla, mi faccio un viaggetto, mi guardo Verona e faccio sta visita che ne ho fatte tante nella vita. E quindi poi a gennaio è arrivata la diagnosi ufficiale che mi ha detto guarda non eri pazza.

Allison Dye:
Hai visto.

Erika Frattolillo:
E quindi ho scoperto che non ero pazza, il dolore che avevo era vero.

Nicole Calvani:
E cosa hai provato?

Erika Frattolillo:
È strano dirlo, ma io sono stata felicissima. Cioè, quando sono uscita da quella stanza che mi hanno detto, guarda, è l’endometriosi, io ormai avevo indagato, avevo studiato che cos’era quest’endometriosi, mi ero informata, quindi sapevo che cos’era. L’ho scoperto a dicembre, a novembre, cos’era, cosa fosse, e quindi sono andata già sapendo. Quando me l’hanno detto però io sono stata contenta, proprio per questa cosa che io mi sono sentita finalmente capita e ho pensato nella mia testa, oddio, io per tutti questi anni ho sofferto davvero, cioè non ero pazza. Quindi per me è stato un sollievo, paradossalmente.

Nicole Calvani:
Ti capiamo, ti capiamo perché ad esempio anch’io mi son sentita così al momento della diagnosi. Ho detto cavolo finalmente, a parte vabbè finalmente so cos’è la causa di tutti i miei dolori, ma soprattutto allora non sono pazza. Cioè quindi sì, mi ci rivedo tanto. Ti capisco. Credo che forse anche Allie sicuramente.

Allison Dye:
Certo. Sì, sì, sì. Quante volte i dottori che ti fanno sentire davvero pazza perché tu spieghi cosa provi e loro non hanno risposta, non sanno rispondere alle tue domande. Dicono solamente che magari hai bisogno di riposarti o magari hai bisogno di vederti con una una psichiatra, una psicologa, cioè sei fuori di testa ed è una sensazione bruttissima perché in quel momento, mi ricordo, mi sentivo meno fiducia in me stessa e nel mio corpo. Cioè, quando sentivo dolore, dicevo, eh, non sarà che sento il dolore.
Avevo perso completamente fiducia in me stessa ed è successo anche a te, immagino.

Erika Frattolillo:
Sì, perché è proprio tutto un controsenso, perché tu magari hai dolore, provi dolore e poi cerchi di convincerti che non è vero, però non passa. E allora dici, ma sono pazza a sti livelli? È tutto un po’ strano, è anche una cosa un po’ brutta poi ricevere una diagnosi ti fa sentire sollevata nel paradosso di una diagnosi perché poi voglio dire avere una malattia non è mai una cosa bella quindi non c’è niente da essere felice però non ti fa sentire felice questa cosa sì.

Allison Dye:
Sì esatto esatto.

Nicole Calvani:
Assolutamente sì.

Allison Dye:
Sono curiosa di sentire come viene diagnosticata che tipo di controlli ti fanno perché secondo me magari c’è qualcuno che ascolta che magari sospettano questa diagnosi e hanno magari paura dei controlli perché anche a me viene quest’ansia di cosa mi faranno.

Erika Frattolillo:
Allora guarda è molto semplice non è niente di doloroso niente di di estremo, insomma. È una semplicissima visita che però deve fare un ginecologo specializzato proprio in endometriosi. È purtroppo una cosa che nessuno sa, anche perché un ginecologo cosiddetto normale, diciamo tra virgolette, che non riesce a diagnosticarla, un po’ perché comunque non la studiano bene questa malattia, cioè non hanno un libro che parla solo di endometriosi. E quindi diciamo che anche loro, a meno che non trovi un medico ma molto scrupoloso proprio al mille per mille, diciamo che è difficile. Ma per loro sarebbe molto più semplice capirla da una chiacchierata con la persona, cioè loro possono capire i sintomi che tu racconti ed è molto più semplice capirla così. Poi per la diagnosi ovviamente ci vuole il ginecologo specializzato perché hanno un altro metodo e loro infatti non si basano tanto sull’ecografia transvaginale ma si basano molto sulla visita manuale, quindi loro manualmente riescono a capire anche i centimetri per esempio di un nodulo, oppure vanno a valutare lo spessore dell’utero, riescono a vederlo manualmente quindi è una semplicissima visita manuale che fanno e capiscono, non è niente di assurdo. Poi ovviamente fanno anche le ecografie, quelle normali, però naturalmente in un centro specializzato in endometriosi hanno sicuramente dei macchinari diversi, quindi per quello che riescono a vedere di più.

Nicole Calvani:
Ah però, cavoli. Eh tante cose eh non si sanno come ad esempio io poco fa grazie a te avevo scoperto eh proprio quello che hai appena detto che ci sono dei ginecologi specializzati in endometriosi e che tanti ginecologi normali tra virgolette non se ne accorgono.

Erika Frattolillo:
Io questa dei ginecologi specializzati l’ho scoperta grazie ai social. Sono stata fortunata perché ho trovato un gruppo su Facebook cercando semplicemente la parola endometriosi perché l’ho cercato ovunque per capire cosa fosse e l’ho scoperto tramite questo gruppo di donne affette da endometriosi che appunto parlavano di questi ginecologi specializzati, centri specializzati, quindi poi parlando con donne che avevano la malattia l’ho scoperto anch’io, ma altrimenti nessuno te lo dice.

Nicole Calvani:
Tu poco fa hai fatto anche un’operazione, giusto?

Erika Frattolillo:
Sì.

Nicole Calvani:
E non mi ricordo come si chiama.

Erika Frattolillo:
La paroscopia.

Nicole Calvani:
La paroscopia, eccola lì. In cosa consiste? Anche se io lo so già, ma te lo chiedo.

Erika Frattolillo:
Allora, praticamente loro fanno dei buchetti, tra virgolette, sono dei taglietti molto piccoli. entrano con dei macchinari, delle cose, non so come si chiamano, loro li chiamano trocar, non lo so però sono tipo delle stecche e vanno a ripulire tutti gli organi che sono stati colpiti da questa malattia perché poi alla fine l’endometriosi è un ammasso di palline nere che si posizionano nel tuo corpo sugli organi e creano i problemi, i dolori, quindi loro tramite la paroscopia ripuliscono tutti gli organi, ovviamente possono anche asportare pezzi di organi se ce n’è bisogno. Infatti a me sono stati asportati i legamenti utero sacrali perché erano come completamente pieni di endometriosi ed erano quelli che mi causavano più problemi rispetto a tutto il resto. Anche il fatto della gamba, i dolori alla schiena, non era sciatica, erano i legamenti.

Nicole Calvani:
Ecco, ecco. E questa operazione che scopo ha, diciamo, oltre a togliere? Cioè perché tanti ho visto che dicono che in teoria dovresti star meglio, però non è così. Cioè, alcuni sì, alcuni no, giusto?

Erika Frattolillo:
Dipende, nel senso che l’operazione serve per ripulire, però non è detto che resti pulita per tanti anni. L’endometriosi non si è capito ancora, non c’è una una cosa certa stanno studiando per capire se è una malattia autoimmune proprio perché nonostante si agisce comunque chirurgicamente la malattia non sparisce quindi comunque loro ti operano ripuliscono perché comunque gli organi ne risentono e andando avanti visto che è una malattia progressiva andando avanti possono essere danneggiati anche in modo permanente quindi puoi arrivare anche che ti devono togliere un rene e quindi Per non arrivare a questo loro agiscono prima chirurgicamente e vanno a ripulire. Ovviamente la pulizia non ti dà la certezza che starai meglio perché, ripeto, la malattia resta dentro, non si sa perché. probabilmente perché è autoimmune, però questa non è una cosa certa, sia perché comunque la malattia torna, quindi può ritornare e andare a creare dei focolai di nuovo sugli stessi tessuti, sugli stessi organi e comportare gli stessi dolori di prima.

Nicole Calvani:
Non è che togli e bom, tolto il dolore e risolto tutto, ecco. In realtà c’è il rischio tranquillamente che ritorni. E ora come va con il post operatorio? È un mesetto? Allora…

Erika Frattolillo:
(erika ride)

Nicole Calvani:
C’è lei ride qui. Che dici?

Erika Frattolillo:
No vabbè, allora, è passato un mese dall’operazione, quindi ovviamente non posso dire di stare bene, perché non sto bene. Però è tutto nella norma nel senso che devono passare un po’ di mesi prima di poter dire ok sto meglio su determinati aspetti con determinate cose io questa cosa ancora non la posso dire ma ripeto è tutto nella norma però già che sono caduti i punti e riesco a muovermi molto di più, molto più facilmente rispetto a qualche settimana fa e soprattutto riesco a stare anche in piedi molto di più rispetto a quando avevo i punti, com’è giusto che sia, questo già è un passettino avanti.

Nicole Calvani:
Concordo pienamente, concordo pienamente. Invece la celiachia, tornando al discorso, saltando un attimo di nuovo al discorso celiachia, hai detto che l’hai scoperto dopo tanti anni.

Erika Frattolillo:
Sì, anche quella purtroppo.

Nicole Calvani:
Cos’è successo che comunque ci sono voluti anni? Perché non sei la prima, perché per esempio anche mia mamma l’ha scoperto a 42 anni.

Erika Frattolillo:
Allora, diciamo che la celiachia può anche scoppiare, tra virgolette scoppiare, io non parlo in termini medici.

Nicole Calvani:
Tranquillissima, meglio.

Allison Dye:
Tranquilla..si infatti.

Erika Frattolillo:
Però diciamo che anche quella puoi averla, perché praticamente è una cosa che si ha nel DNA, quella è una cosa autoimmune, una malattia autoimmune. Quindi tu puoi averla internamente, però diciamo che non ti scoppia subito, quindi può succedere che ti scoppia dopo anni e quindi la scopri dopo tanti anni. Nel mio caso ti so dire che non era così, perché io ho cominciato a stare male da quando ero piccola, cioè io qualsiasi cosa mangiassi, ogni volta che mangiavo, era una tortura per me, perché dopo aver mangiato, ma proprio ad ogni pasto, cioè anche una semplice merendina, dovevo correre in bagno, stavo male, chi vuole capire capisca, dopodiché svenivo. Quindi ad ogni pasto era così. Io a un certo punto ho iniziato a non assimilare più.
Sono arrivata all’età di 13-14 anni più o meno che ero dimagrita tantissimo perché comunque non assimilavo nulla, proprio zero. Come lo mangiavo così lo cacciavo. Infatti, un medico, uno dei tanti che vedevo in quel periodo, mi disse che dovevo essere ricoperata perché stavo iniziando ad entrare nell’anoressia. Infatti, io sono stata per un periodo attaccata alle flebbo a casa mia, che non potevo né uscire né fare nulla, e mi nutrivano con le flebo, perché ovviamente già un po’ io non avevo voglia di mangiare, perché giustamente mangiavo e stavo male e mi era passata la voglia. e un po’ non assimilavo, quindi mi tenevano con le flebbo e basta, mi volevo in attesa di essere ricoverata.
Per fortuna poi i miei genitori hanno pensato bene di rivolgersi a una nutrizionista che mi ha fatto fare varie analisi, intolleranze eccetera eccetera. Anche lì sbagliando, perché vabbè poi quello è un discorso a parte, però comunque mi ha fatto prima eliminare il glutine e poi dopo ha deciso di farmi fare una gastroscopia, che invece è la prima cosa che deve essere fatta. A questa cosa non ci ha mai pensato nessuno. Anche in pronto soccorso non mi hanno mai fatto, cioè io arrivavo con le macchie rosse sul corpo. Comunque avevo iniziato ad avere anche reazioni allergiche, cioè proprio sulla pelle.
Ero proprio piena di macchie rosse, mi grattavo, mi prudevano, si gonfiavano. Ma nessuno ci ha mai pensato a farmi una gastroscopia d’urgenza, per cui mi hanno fatto un esame del DNA poi dopo e sono usciti gli alleli che escono per chi è celiaco. E quindi da là poi hanno capito questa cosa dopo un po’ di anni, perché ho iniziato a stare male verso i 6-7 anni, cioè sono sempre stata male.

Nicole Calvani:
Eh, cavoli.

Erika Frattolillo:
Quindi, l’ho scoperta così, diciamo. E da quando ho smesso di mangiare il glutine, la mia vita è molto meglio.

Nicole Calvani:
Ma guarda, meno male. Meno male, meno male.

Allison Dye:
Si risolve, fra virgolette, se si può dire, abbastanza facilmente, grazie alla diagnosi.

Erika Frattolillo:
Eh no ma certo.

Allison Dye:
C’è chi come Nicole, poverina, allergica a tantissimi cibi, un giorno può mangiare una cosa, il giorno dopo scatena la reazione allergica. e non sa come comportarsi davanti ad un’allergia simile.

Nicole Calvani:
Per farla breve, un giorno sono allergica al mondo e un giorno non sono allergica a nulla.

Erika Frattolillo:
Io perciò dico meglio questo che altro, perché nel tuo caso è una cosa proprio diversa e soprattutto molto più grave, perché rispetto alla celiachia, È una malattia autoimmune, ma non è così drastica. Basta che mangi senza glutine e la gente continua a dirti che sei speciale, che sei viziata, eccetera, ma questa cosa fa solo che piacere.

Nicole Calvani:
Esatto, l’importante è poi che stai bene. Nel mio caso, in teoria, io dovrei evitare gli alimenti con istamina. Però, in realtà, nonostante io li eviti, lo stesso sto male e quindi… niente, non si capisce. Però vabbè, ora vedremo come andrà a finire.
Speriamo finisca bene.

Erika Frattolillo:
Facci sapere, ovviamente.

Nicole Calvani:
Assolutamente. Se ci sto provando, sto facendo un disastro, però vabbè, a parte questo. Tra parentesi chiusa. Erika, allora… La pagina Instagram, da dove è partita l’idea di aprire una pagina Instagram?

Erika Frattolillo:
È nata proprio perché io, per capire cosa fosse stendometriosi che mi aveva nominato questa ginecologa, ho cercato ovunque. Io sono andata su internet, su YouTube, su Instagram, su Facebook e non ho trovato nulla. nulla oltre quello che ho raccontato prima quindi che serviva il ginecologo specializzato ma l’ho capito cioè l’ho scoperto perché ho contattato io delle ragazze trovate su questo gruppo ma su Instagram che è poi il social che utilizziamo noi ragazzi quello che utilizziamo di più credo non ho trovato nulla trovavo tutte cose in inglese quindi io poi che non sono brava in inglese ho detto no io qua come faccio a capire mi devo mettere a tradurre quindi ho detto con una mia amica ho pensato guarda se scopro di avere questa malattia la prima cosa che farò è aprire una pagina instagram e raccontare tutto quello che io scoprirò su questa malattia perché è una cosa che quasi tutti fanno cioè cerchi una cosa vai su instagram e devi trovare detto c’è in italiano non c’è nulla e non è è impensabile una cosa del genere quindi ho detto io la apro poi se posso aiutare cinque persone che hanno gli stessi problemi miei, ben venga, sono felice con 5 persone e mi va bene così. E poi invece è andata meglio di quello che pensassi perché hanno iniziato a seguirmi in molti di più di 5 persone e soprattutto un sacco di ragazze mi hanno ringraziato perché grazie alla mia pagina hanno fatto delle visite e magari hanno scoperto di avere la malattia. io non sono felice che ce l’abbiano però sono felice che nel mio piccolo con una cosa che è molto banale perché è una pagina Instagram ho potuto dare coraggio ad altre ragazze che l’hanno scoperto poi come me e che possono magari subito agire e smettere di soffrire inutilmente quindi sono contenta di questo però è nata così.

Nicole Calvani:
Ed è una cosa bellissima che poi anche YouTube, vero?

Erika Frattolillo:
Sì, poi ho pensato anche a YouTube. Sì, perché…

Nicole Calvani:
Io ti stolkero Erika sappilo.

Erika Frattolillo:
Eeh no, anzi, grazie. Però anche lì ho cercato spesso su YouTube, ho cercato di capire se ci fossero delle pagine che ne parlavano e anche là non ho trovato nulla, zero. E quindi ho detto vabbè, dai. Mi ci metto io, sto su Instagram, mi metto anche su YouTube, faccio qualche video quando ho tempo e quindi sono nata anche su YouTube.

Nicole Calvani:
Ed è bellissimo, c’è, una favola, c’è, io voglio che tu conquisti tutti i social, assolutamente, su TikTok, YouTube, Instagram, quali altri social ci sono, aspetta?

Allison Dye:
Twitter, Facebook.

Nicole Calvani:
Tutto, tutto. Erika, dappertutto vogliamo.

Erika Frattolillo:
Noo, grazie.

Allison Dye:
Una cosa fantastica.

Erika Frattolillo:
Grazie, grazie mille.

Allison Dye:
Io ti chiederei una domanda che chiediamo a tantissime persone, cioè cosa diresti alla persona che eri in passato, cosa diresti all’Erika del passato?

Erika Frattolillo:
Le direi di non fermarsi, come ha fatto. Perché se avessi continuato a cercare, probabilmente l’avrei scoperto prima. Erika, fai un grandissimo respiro. Prendi coraggio, fatti forza e continua a cercare le risposte a questi tuoi dolori che sono reali. Non pensare di essere pazza e arriva fino alla fine, finché proprio non scenda Dio dal cielo a dirti guarda che sei pazza.
Quindi le direi questo, di avere tanta forza, soprattutto tanta pazienza perché comunque è complicato e quindi abbiate tanta pazienza e tanto coraggio e non fermatevi anche dopo anni. Continuate a cercare che prima o poi arriverà il medico giusto e arriverà la persona giusta, la persona umana e la persona scrupolosa che smetterà di farvi sentire pazze.

Nicole Calvani:
Concordo pienamente.

Allison Dye:
Parole molto importanti. Soprattutto per queste malattie autoimmuni penso sono molto difficili da diagnosticare. Ci sono più donne nel mondo affette da malattie autoimmuni che uomini e la nostra amica Chiara anche lei ha una malattia invisibile, aveva detto una volta che se queste malattie fossero più per i maschi, la cura l’avremmo già trovata. Penso che abbia assolutamente ragione.

Erika Frattolillo:
Sì, anche secondo me ha ragione. È una cosa molto brutta, perché è come se ti sentissi anche in colpa di essere nata donna. Se fossi nata maschio sarebbe diverso, perché è palese che sarebbe diverso.

Allison Dye:
E penso che noi ragazze dobbiamo unirci, continuare ad aiutarci, proprio come stai facendo tu con i tuoi account sui social, stai facendo un lavoro davvero ottimo, così meno ragazze andranno avanti nel loro percorso sentendosi sole, avranno te a cui riferirsi.

Erika Frattolillo:
Grazie di questa cosa, è sempre strano sentirselo dire e sentirsi leggere anche tutto quello che mi scrivono, perché poi molte me lo dicono, però è una cosa che aiuta anche me. Anche io mi sento molto meno sola, mi sento molto più forte, molto più coccolata da loro che magari se un giorno dico che sto male mi mandano un sacco di frasi positive, di frasi d’affetto e quindi è una cosa che mi aiuta tantissimo.

Nicole Calvani:
Che bello, che bello. E devo dire che io comunque nonostante abbia una diagnosi diversa, comunque mi sento incoraggiata, supportata da te Erika. E credo che non sono l’unica sicuramente con un’altra diagnosi.

Allison Dye:
Infatti.

Nicole Calvani:
E niente, questo. Sei splendida.

Erika Frattolillo:
Grazie.

Nicole Calvani:
Lo sai, te lo ripeto e te lo ripeterò.

Erika Frattolillo:
Anche voi, anche voi entrambe, siete veramente meravigliose e io vi ammiro tantissimo. Questa cosa non smetterò mai di dirvela, lo sapete, ve l’ho già detta, però siete davvero fortissime, proprio tanto tanto.

Nicole Calvani:
Grazie di cuore, vale anche per te, lo sai.

Allison Dye:
Sì, esatto, esatto.

Erika Frattolillo:
Grazie.

Allison Dye:
E vorresti condividere con noi i nomi dei vari account social, così chi sta ascoltando può andare a seguirti e trovarti.

Erika Frattolillo:
Allora, è una cosa che mi vergogna sempre di fare questa cosa, però la farò. Allora, su Instagram mi chiamo ”endo.metriosi” e uguale mi chiamo su YouTube. Questi sono i social principali dove sono presente e troverete il mio faccino. È diventato il mio nome anche con i miei amici che ormai mi chiamano endopuntometriosi, cioè io non ho il nome, mi chiamano così.

Allison Dye:
Hai visto?

Nicole Calvani:
Tipo, hey, endopuntometriosi, come stai?

Erika Frattolillo:
No, no, ma loro veramente fanno così, cioè, no, no, ma adesso lo chiedo a endopuntometriosi, cioè, mentre stiamo mangiando la pizza.

Allison Dye:
Hai visto? Quindi andate tutti a seguire Erika, è una ragazza davvero fantastica, solare e sta facendo un ottimo lavoro qui sul mondo online.

Nicole Calvani:
Concordo, pienamente.

Erika Frattolillo:
Grazie, grazie mille.

Allison Dye:
Grazie a te Erika per essere stata qui con noi oggi, è stato assolutamente un piacere.

Erika Frattolillo:
Grazie mille a voi soprattutto per avermi invitata e grazie per avermi scritto, grazie a tutti quelli che ci ascolteranno, grazie davvero perché è stato un onore grandissimo, credetemi.

Nicole Calvani:
Grazie a te Erika, grazie davvero di cuore, dal profondo del cuore, ecco.

Allison Dye:
Mando a tutti un grosso abbraccio a chi ascolta anche a voi due.

Nicole Calvani:
Abbraccio enorme a tutti quanti!

[SIGLA OUTRO: Musica, canzone con testo:
“I just know you got that somethin’,
That somethin’,
Somethin’ special ‘bout you!”]

 

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