Ci servono le trascrizioni e dato che Allison e Nicole non hanno sempre il tempo di fare tutto da sole, questa trascrizione è qui solo grazie a Damir Chernichenko che ha voluto darci una mano.
Se vuoi aiutare a trascrivere le puntate anche tu, contattaci!
Allison Dye:
Ciao a tutti e Benvenuti sul podcast “Ma non sei malata”, io sono Allie e sono qui con Nikita e oggi c’è il mio fidanzato Damir.
Nicole Calvani:
Ciao a tutti ragazzi.
Damir Chernichenko:
Ciao a tutti! Piacere.
Allison Dye:
Ciaoo.
Nicole Calvani:
Allora ecco, questa è tipo la terza volta che riproviamo, perché io sbaglio di continuo a registrare. Ciao a tutti.
Allison Dye:
Siamo onesti.
Nicole Calvani:
Allora oggi volevo parlare, appunto parlare, intervistare sia Allie che Damir che è il suo ragazzo. Volevo un po’ sapere, la loro storia d’amore, tocca a voi oggi. Innanzitutto Damir, chi sei, da dove vieni? Cosa fai?
Damir Chernichenko:
OK, mi chiamo Damir, sono nato in Ucraina e però ho vissuto da sempre praticamente in Italia. Ho vent’anni, lavoro adesso come pasticcere apprendista e in una pasticceria qua dove abito a Sassuolo. Ed è tutto quello che ho.
Nicole Calvani:
Cavoli io guarda sono golosa di dolci, quindi qual è il dolce che fai più spesso?
Damir Chernichenko:
Dolce faccio più spesso, ma direi che più spesso faccio proprio le cotte di crema per i dolci.
Nicole Calvani:
Che buono io sono golosissima.
Allison Dye:
A me verrebbe fame.
Nicole Calvani:
Anche a me, anche a me uguale per quello, infatti evito di chiedere i dettagli perché sennò oddio e insomma Allie e Damir come vi siete conosciuti?
Allison Dye:
Vado.
Damir Chernichenko:
Sì, lascio tutto a te.
Nicole Calvani:
Per sicurezza.
Allison Dye:
Allora la prima volta che ci siamo conosciuti, sinceramente non ce lo ricordiamo proprio perché eravamo piccoli. Era il Febbraio del 2008.
Nicole Calvani:
Cavolo.
Allison Dye:
E so questa questa cosa di preciso, dato che era la mia prima visita in Italia da bambina, avevo 9 anni e quindi tu quanti avevi Damir?
Damir Chernichenko:
5-6 tipo.
Allison Dye:
Qualcosa del genere? Vabbè, eravamo piccoli, però tempo fa mia mamma ha trovato una foto di quella visita in Italia e in quella foto eravamo vicini, cioè ad una tavola, a mangiare e non ce lo ricordiamo. Però è bello sapere che era la prima volta che ci siamo conosciuti.
Nicole Calvani:
Che bello però tenerissimi.
Allison Dye:
Grazie. E quindi poi più avanti, quando ci siamo trasferiti in Italia, ufficialmente, i nostri genitori erano amici e spesso i suoi insieme a lui scendevano al sud, dove ero in Abruzzo, e andavano al mare in campeggio e così. E quindi ci siamo rivisti così. Però lui è timidissimo e anche io timidissimo.
Damir Chernichenko:
Beh eravamo piccoli scusa.
Allison Dye:
Avevamo giocato? sisi eravamo piccoli, però giocavamo e anche con i miei fratellini giocavamo. E poi più avanti i miei si sono trasferiti al Nord, nell’Emilia Romagna, dove vive lui. E così ci siamo riconosciuti da più grandi e ce lo ricordiamo benissimo.
Nicole Calvani:
Che bello però no, adoro queste storie così. Insomma, diciamo, chi è che ha fatto il primo passo?
Allison Dye:
Io.
Nicole Calvani:
Tu? ahi ahi Damir.
Allison Dye:
vero, lo diresti anche tu Damir?
Damir Chernichenko:
si, direi di si.
Allison Dye:
Allora praticamente ci stavamo per ritraslocarci di nuovo negli Stati Uniti. Io ero tristissima di andare via, cioè proprio depressa, ed ero anche triste perché lui mi piaceva. Però non parlavamo quasi mai, cioè passavamo del tempo insieme, però non dicevamo mai niente di che e quindi stavamo preparandoci per trasferirci e siamo andati a stare un po’ con i nonni prima di partire. E durante quella visita con i nonni io postavo tantissime foto su Instagram e lui commentava spesso e ho detto mah, ma che cavoli, ora me ne vado ed è così carino, no? E quindi ho scritto su Instagram e così ha iniziato il tutto. Perché ci scrivevamo tutti i giorni a raccontare quello che facevamo. Poi arrivando in America ero spesso molto triste, gli scrivevo di quanto mi mancava l’Italia e lui chiedeva dell’America. E così abbiamo iniziato a parlare tutti i giorni. Vero?
Damir Chernichenko:
Si, proprio cosi.
Nicole Calvani:
Bello però e a che età vi siete? Diciamo si può dire. Fidanzati messi insieme ufficialmente?
Allison Dye:
Che anno era, 2018?
Damir Chernichenko:
hm 2017?
Allison Dye:
No sì, mi sembra di sì, perché vabbè, io ero molto molto timida e a volte sai, diceva “ma vogliamo essere più di amici?”. E io troppo timida. Dicevo una frase famosa che lui mi ripete spesso per prendermi in giro, che sarebbe?
Damir Chernichenko:
Solo amici!
Nicole Calvani:
No, che spettacolo. Come mai? Sono amici, spiega, spiega.
Allison Dye:
Ero ero talmente timida e vabbè, dillo tu, dillo tu.
Damir Chernichenko:
Vabbè, tu più che altro ti preoccupavi più per, cioè per come sarebbe andata avanti, non so per come, per la tua malattia e tutto più che altro. Quindi mi diciamo.. Mi spingevi via, ecco.
Allison Dye:
Lui però non si è arreso.
Damir Chernichenko:
Tu hai fatto il primo passo, io poi ho fatto il secondo, il terzo, il quarto. haha
Allison Dye:
Vedi.
Nicole Calvani:
Che bello, però non non ti sei arreso Damir, bravo, bravo così.
Allison Dye:
Ci siamo messi insieme ufficialmente e poi abbiamo detto dai, ci dobbiamo vedere e quindi mi sono organizzata un viaggio in Italia. Ed ero nervosissima, guarda, troppo nervosa e sull’aereo ero a fianco ad una signora anziana con col suo marito e loro mi parlavano e lui diceva, ma sembri un po’ agitata. Ho detto Eh, sto per incontrare il mio ragazzo per la prima volta. Sono stati anni, cioè ci conosciamo, sono anni che non ci vediamo e ora stiamo insieme, siamo fidanzati. E lei mi mi diceva, Ma guarda, ti aiuto a sistemarti un po’ i capelli. E lei mi dava dei consigli per come, come fare. E mi ricordo benissimo che mi serviva il bastone perché col con tutti i viaggi le gambe mi davano molti problemi. Però l’ho messa via, cioè l’ho messo perché si piega, l’ho messo via nella valigia perché ho detto no, non voglio che è la prima volta che mi vede, sto col bastone. Perché effettivamente era sempre una mia preoccupazione, la mia malattia, che avevo paura che rovinasse tutto e sono scesa dall’aereo in aeroporto e guardavo dappertutto per cercare mia zia e mio zio e poi cioè a sorpresa l’ho sentito abbracciarmi.
Nicole Calvani:
Noo.
Allison Dye:
Da lì mi sono sciolta.
Nicole Calvani:
che Bello. Mi sciolgo anch’io sentirvi, e quindi? Allora, da quanto ho capito tu Damir sapevi già subito della sua malattia, giusto? Quando hai deciso di fare il passo decisivo? Diciamo ecco oppure no?
Damir Chernichenko:
Il passo decisivo? Certamente lo sapevo già prima di questo direi che stavo andando un po’ piano piano, nel senso scoprivo sempre più cose. Ecco.
Nicole Calvani:
sì. Diciamo che allora, quindi durante la diagnosi sei sempre stato ecco al suo fianco, aggiornato, ecco, diciamo così.
Allison Dye:
Sì, sì, perché lui, lui sapeva che c’erano, che avevo cose che non andavano, che ero un po’ senza diagnosi. Preciso e mi ricordo che durante quel periodo di tutti i controlli che perdevo la vista avevo molta paura, però sì, gli tenevo aggiornato ed era sempre preoccupato. Diceva sempre dimmi tutto. Poi quando per le visite dimmi come è andata, è sempre carinissimo no? Però sì mi preoccupava che dicendogli ste cose che. Si sarebbe spaventato?
Nicole Calvani:
Eh anche a me guarda e la stessa situazione abbiamo passato io e Jacopo che mi ha ricordato lui che lui prima della diagnosi. Insomma diciamo mi conosceva e appunto era il periodo dei controlli. Quindi diciamo abbiamo questa cosa in comune.
Allison Dye:
Sì, sì, sì, le stesse preoccupazioni.
Nicole Calvani:
Direi di sì, sì, sì. Quindi Damir, quando hai saputo che Allie aveva diciamo magari quando hai saputo la diagnosi no? Sembra una domanda un po’ scontata, diciamo, però ognuno poi la pensa diversamente. Quali sono le prime cose insomma, che hai pensato che ti sono venute in mente?
Damir Chernichenko:
Beh, direi che la prima cosa era il pensiero, forse di come potevo, aiutarla. Ecco, però certamente. Cioè cosa potevo fare? Praticamente niente da lontano anche. E quindi non lo so. E come supportarla, ecco, e anche come avrebbe… Che impatto avrebbe avuto sulla nostra relazione.
Nicole Calvani:
Certo, certo. E immagino che non siano risposte facili da dare, perché anch’io posto, sarei stata un attimo titubante, perché avrei pensato tante cose.
Damir Chernichenko:
Tante cose si.
Nicole Calvani:
Ecco, diciamo così, bravo. Esatto. Quindi ci si capisce tutti. No, questa domanda me la preservo per proprio l’ultima me la tengo per all’ultimo. Ecco, vediamo allora cosa diresti sia tu, Allie che Damir. Cosa diresti a qualcuno che vorrebbe frequentare oppure fidanzarsi insieme ad una persona che ha una malattia cronica o non comunque avresti qualche consiglio, delle parole di conforto, incoraggiamento? Insomma, ditemi voi.
Allison Dye:
Vai prima tu.
Damir Chernichenko:
Ma penso che per prima cosa non devono essere sicuro della decisione che che sta comunque della relazione che sta per avere e perché cioè andarci con semplicità, forse, cioè non va bene. Perche poi puoi facilmente far male alla persona e senza neanche accorgertene, quindi bisogna pensarci più di due volte. Ecco però.
Allison Dye:
Eh sì, hai anche ragione, perché cioè non so, ho sentito varie storie da persone che hanno malette invisibili, che si mettono insieme ad una persona e questa persona, mmm, si trova male, dice Oh, ma è un peso, cioè c’è. Devo portarla sempre a fare le visite, è stancante e sta spesso male e si lasciano e quella persona già soffre e non ha bisogno di una persona che rimane per un po’ e poi se ne va a caso perché è una decisione veramente seria. Cioè e quando sento ste storie mi rattrista tantissimo perché dico ma povera persona, già passano di tutto e di più. E non hanno bisogno di una persona che dice sì, sì, stiamo insieme. Ah no? Guarda, mi sono stancata perché sai, della malattia mi stanco anche io, ma io non posso lasciarla.
Nicole Calvani:
Ti capisco, hai perfettamente ragione. Avete perfettamente ragione. Anzi. E devo dire che queste sono, sicuramente sono cose sono situazioni non facili perché appunto come dice Damir, come dici te. Bisogna pensarci su tanto, perché è una bella responsabilità anche. Non è facile assolutamente anche essere insomma al al posto della persona che ci sta accanto. Noi che soffriamo di diciamo queste, queste malattie, ecco, queste sì malattie, perché sono queste che bisogna chiamarle col loro nome, alla fine. E voi avete paura insomma che la malattia possa incidere sulla vostra relazione? Cioè ci sono delle cose in particolare che in questo momento vi preoccupano, diciamo.
Damir Chernichenko:
Beh, paura o no, nel senso, la malattia comunque, in qualsiasi caso incide sulla relazione. E quindi? Cioè certamente sì, ci devi anche su questo pensare.
Nicole Calvani:
Esatto.
Allison Dye:
Sì, direi che per me è una preoccupazione che un giorno si stancherà e di me è la malattia e non ce la farà più a supportarmi.. a sopportarmi!
Nicole Calvani:
No ma ormai adesso è 2017 più o meno 2018. Quanti anni son discalculica quindi potrei dire una cavolata Eh?
Allison Dye:
Eh. Non si e stancato fino ad adesso.
Nicole Calvani:
Esatto. Ormai la prova l’ha passata, diciamo quella un po’ più difficile.
Damir Chernichenko:
Eh ne abbiamo passate.
Nicole Calvani:
immagino, immagino, e diciamo che questa è pura curiosità mia. Premetto, avete dei piani per il futuro oppure vivete, diciamo la vostra relazione giorno per giorno e non ci pensate tanto?
Damir Chernichenko:
Direi che ma per me risponderei in tutti quei modi, sia che pensiamo al futuro, ma allo stesso tempo direi che viviamo la relazione giorno per giorno, perché comunque con la pandemia e tutto non… Cioè non puoi farti piani a lunga durata, ecco.
Allison Dye:
Sì, e direi che per ora il nostro piano è di stare insieme perché la distanza è difficilissima e in questo momento, cioè non posso dire, Ah, ma se mi compro un biglietto posso andare in Italia? Semplicemente no, in questo momento non c’è neanche quella possibilità e quindi per ora il nostro piano è di andare avanti giorno dopo giorno e speriamo che nel futuro potremmo stare insieme o lì o qui.
Nicole Calvani:
Che bello però. Quindi da quanto ho capito che caratteri avete tutti e due, insomma tutti e due timidi, l’ho capito, ma siete avete altre, diciamo i vostri pregi, i vostri difretti di sì… difetti anch’io a parlare l’italiano ragazzi, difetti? Vabbè.
Allison Dye:
Vai prima tu.
Damir Chernichenko:
No no ti lascio a te questa volta.
Nicole Calvani:
Questo ho improvvisato?
Allison Dye:
Allora io direi che allora di pregi e tantissimi, tantissima pazienza con me sempre e amorevole e tenerissimo e non si arrende mai ed è fortissimo. E il piccolo dettaglio non si ammala mai, neanche un raffreddore. E per me questa è una cosa troppo forte, dico.
Nicole Calvani:
Ma Jacopo uguale eh.
Allison Dye:
c’è neanche un raffreddore, Eh, non so come fanno, cioè…
Nicole Calvani:
Le difese immunitarie che porca miseria eh.
Allison Dye:
È simpaticissimo anche se è timido, cioè non si capisce forse, però è simpaticissimo e poi allora un difetto? Questo non so se mi viene in mente.. un difetto, è molto realista e quindi per me io sogno sempre e sono sempre ottimista e per me è sempre un difetto, perché io vorrei sognare mille cose, sai anche cose impossibili e magari lui dice Eh, ma se siamo realisti non succederebbe proprio così. E quindi..
Damir Chernichenko:
haha non mi far sembrare cosi crudele.
Allison Dye:
Per me sarebbe un difetto, ma solamente perché sogno spesso.
Nicole Calvani:
No, no, ma capisco perché anch’io sono uguale a Damir, Eh, devo essere sincera, anch’io sono realista ed ogni volta poi quando qualcuno si fa i castelli tendo sempre poi a smontarli, quindi posso capirlo, non per crudeltà, ma appunto perché Eh no, no, anch’io son uguale.
Allison Dye:
tocca a te Damir.
Damir Chernichenko:
Per me ha sempre stupito come anche se.. Ogni giorno comunque con la malattia hai tantissime cose, tre preoccupazioni e dolore. Comunque cerca sempre di sorridere e mi fa felice anche a me e questo è una cosa che mi piace sempre in lei.
Nicole Calvani:
Che bello però mamma che mi sta sciogliendo davvero. Basta basta sennò piango anche. E questa lontananza come la affrontate? Perché io con Jacopo vi dirò, io ero solo da Bolzano a Cecina, quindi c’era poco, tre ore e mezza di distanza. Ma no, facciamo quattro, dai se uno guida prudentemente quattro e quindi è molto diverso, perché magari da oggi a domani avrei potuto tranquillamente decidere di venire da Jacopo. Insomma, lui da me, voi come… più che altro cos’è che vi… La forza dove la trovate, la forza di comunque, nonostante tutto e nonostante anche la lontananza di stare insieme, cosa che vi tiene così.
Allison Dye:
Ci amiamo tantissimo, ci sentiamo tutti i giorni per telefono e questo aiuta tantissimo. È una videochiamata o una chiamata normale, aiuta tanto e ci scriviamo sempre, anche.
Nicole Calvani:
Eh, perché anche non è facile, perché voi avete anche il fuso orario, quindi ora sto pensando più o meno, oddio, quando ti svegli te. E lì da noi sono le tre, le due, uno sì.
Allison Dye:
Con il fuso orario.
Nicole Calvani:
Anche perché sì..
Allison Dye:
È fattibile. Con tutti e due di noi che lavoriamo e brutto.
Damir Chernichenko:
Si ma riusciamo comunque fra le chiamate o chattare qualche volta e sabato comunque anche se io comunque lavoro però lei no quindi riusciamo di più a sentirci.
Nicole Calvani:
Si no, meno male.
Allison Dye:
Ci mandiamo foto, io invio i selfie, poi di solito non viene. Da me, perché sai. Mi odio, certe volte dico sono bruttissima, però sai quando siamo lontani.
Nicole Calvani:
Certo e allora io volevo dire vero e chiedervi una cosa che poi avete già risposto ora qui, che era appunto cosa dire, essere copie nella vostra stessa situazione, ma cioè avete già risposto quindi.
Allison Dye:
Sì, sì, sì, direi.
Nicole Calvani:
Oltre quello sì, ecco, bravi, bravi.
Allison Dye:
Allora, Damir, ti ricordi quella volta che eravamo usciti insieme era tra le prime volte che siamo usciti da soli e siamo andati, mi hai accompagnato ad un appuntamento con la neurologa in ospedale.
Damir Chernichenko:
Si era il giorno del mio compleanno.
Allison Dye:
Sì, mi ero dimenticata di questo dettaglio. Era anche il tuo compleanno. E in quel giorno pensavo, OK, ora, se cioè mi lascerà di sicuro, perché allora? Innanzitutto è il suo compleanno e stiamo andando in ospedale. E poi siamo stati in questo ospedale che è.. Allora per me era ok. Sei tu che ti preoccupavi troppo. No, vabbe.. Vabbè, questo è vero, io sono una persona anziosissima. E quindi stavamo in ospedale, abbiamo cercato di chiedere a persone in ospedale tipo dov’è la neurologa? E abbiamo detto il suo nome e non sapevano.
Nicole Calvani:
No.
Allison Dye:
Mamma mia e sembrava ore per me erano ore.
Damir Chernichenko:
No poi avevamo quei quaranta minuti per arrivare all’appuntamento.
Nicole Calvani:
Meno male.
Allison Dye:
Vero.
Damir Chernichenko:
Però abbiamo girato tantissimo.
Allison Dye:
Sì, sì e ad un certo punto eravamo in ascensore e mi veniva troppo da piangere perché non so era pensavo di aver rovinato la giornata.
Nicole Calvani:
Guarda io devo essere sincera, io divento isterica quando non trovo i dottori quindi ti capisco e mi viene da piangere perché davvero. Cioè mi perdo ogni volta quindi vapisco. E poi Jacopo, no, no Nicole, tranquilla, cerca di tranquillizzarmi. Non so come, ma immagino.
Allison Dye:
Anche Damir me la stessa cosa. E alla fine abbiamo trovato la neurologa, fatto l’appuntamento tutto bene e poi siamo andati a prendere il gelato.
Nicole Calvani:
Dopo si è risolto alla grande, allora?
Allison Dye:
Sì, però devo dire che è questa la vita, come una malattia invisibile, cioè siamo giovani e il suo compleanno. Invece di andare andare a fare un bel giro, non so al centro o qualcosa del genere. Stiamo in ospedale e questa è la vita vera e c’è bisogno di avere qualcuno affianco a te che ti sta vicino e non si arrende, sta lì a fianco a te in ogni momento, sia quelli belli che brutti.
Nicole Calvani:
Brava, brava. Però devo dire una cosa, Allie qua sei stata super realista. Quindi credo che hai fatto un passo avanti dai, diciamo così. E niente ragazzi, io vi ringrazio per aver avuto la pazienza di ascoltarmi a tutti quanti, perché non è facile comprendere ciò che chiedo a volte, perché il mio italiano non è il massimo. E grazie mille davvero e mi avete commosso sappiatelo perché c’ho lacrimuccia effettivamente perché no a me queste storie guarda proprio è così. Io sono molto sensibile, faccio la dura ma poi in realtà sono mi sciolgo. Ecco grazie a voi ragazzi.
Allison Dye:
E grazie a chi ci ascolta. Se avete delle domande, se volete che Damir torna, dovrò di nuovo convincerlo, perché da timido, non è che.
Damir Chernichenko:
Ma no ho accettato quasi subito, solo perche me lo hai chiesto tu.
Allison Dye:
dai, dai.
Nicole Calvani:
Beh, dai, più realista di così non si può. Vabbè ovvio, anche Jacopo uguale Eh, non è che sia venuto. Oh dai, aspetta che mi faccio intervistare subito, no, no, quindi inizialmente era un po’. Titubante.
Allison Dye:
Grazie a chi ascolta. Se avete delle domande per noi, se volete che Damir torna, ditecelo nei commenti. Scriveteci su Instagram, Twitter, abbiamo anche Facebook qualcos’altro.
Nicole Calvani:
Sì, l’ultima cosa vorrei dire, cioè è bello perché c’è una differenza immensa. Tra me e Jacopo e te e Damir. Perché proprio si parla di due storie diverse con due caratteri totalmente caratteri totalmente diversi? No, cioè io e Jacopo siamo più estroversi, timidezza non c’è mai stata alla fine e però c’è sempre comunque la cosa che ci accomuna, della malattia, della forza che ci siamo fatti tutti. È una cosa bellissima, quindi.
Allison Dye:
Sì, sì, sì, verissima. E quindi vogliamo sentire anche le vostre storie.
Nicole Calvani:
Esatto.
Allison Dye:
E grazie Nikita.
Nicole Calvani:
Grazie a voi.
Allison Dye:
E stato bellissimo e grazie Damir per essere stato con noi oggi.
Damir Chernichenko:
Grazie a voi!
Nicole Calvani:
Grazie a te Damir, Ciao Ciao Ciao.
Allison Dye:
Ciao Ciao.