Con tanto piacere vi presentiamo di nuovo Vanessa Maranzano, che era venuta in puntata con noi per raccontarci della sua diagnosi di Mastocitosi Sistemica e anche un’altra volta per chiacchierare con noi delle sue passioni. Oggi ha voluto condividere un messaggio con la nostra bellissima comunità.

Vanessa Maranzano

Sono Vanessa Maranzano, conosciuta online su Instagram come @ironiacronica, @ilgirasole.viandante, @ilgirasoleviandante.vanessa, e anche @cronica.dalla.cucina.

Il mio messaggio per la comunità

Invisibile, forse potrei dire che mi ci sento da tutta la vita.

Tuttə almeno una volta ci siamo sentitə invisibilə.
Diversə.

Forse quella volta che ancora non riusciamo a dimenticare in cui siamo statə bullizzatə, forse potrei raccontare tante parti della mia vita dove questa sensazione si ergeva come una padrona opprimente e mi schiacciava.
Forse potrei dirvi come ho capito, che il più delle volte quella diversità che tanto specie da piccolə ci fa sentire diversə, in realtà è preziosa unicità, e non sto parlando delle malattie, no, sto parlando della vita.

Pensateci, anche alla cosa che sembra più banale. A quella volta che “siete statə messə da parte perché non vi conformavate a pensieri o atteggiamenti degli altrə”. O a quanto volte vi siete conformatə per non sentirvi in quel modo.

Forse sta proprio qui il problema, no?
Una società che ci educa al conformismo per stare bene con noi stessə invece di educarci al rincorrere il nostro prezioso e unico cammino e modo di essere.

L’inadeguatezza, il sentirsi diversi in negativo, lo apprendiamo. Non dovrebbe andare così.
Non nasciamo così.

Che direi se mi chiedessero cosa significa per me avere delle malattie? Aver triplicato quelle sensazioni, che si sono trasformati in ogni sorta di ostacoli. Ostacoli reali, architettonici, fatti da persone abiliste, da un sistema sanitario che non funziona, da tante tante cose.

E se crescendo ho imparato che quell’invisibilità che spesso puoi sentire crescendo in realtà è la meravigliosa forza motrice che ti ricongiunge con chi sei quando smetti di preoccuparti degli altrə e di cosa è “giusto” in questa società per essere visibilə, approvatə, non diversə;

questa nuova invisibilità non la posso accettare, non la voglio accettare. Perché io e chiunque vive malattie invisibili come me, meritiamo diritti, rispetto, riconoscimento dallo Stato e dalla società che deve educarsi ad aprire i loro occhi.

Perché quello che davvero ho capito è che, non siamo noi invisibilə, sono loro che sono ciechi.

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