Parliamo della disabilità e sessualità insieme a Mattia Abbate

In questa puntata sentirete Allison Dye, Nicole Calvani e Mattia Abbate parlare di sessualità, disabilità e non solo, anche della spiacevole “puntata 104” del Podcast di Muschio Selvaggio.

Trascrizione

Questa trascrizione è stata scritta da Martina Puppi. Se vuoi aiutare anche tu con le trascrizioni del podcast contattaci!

 

[SIGLA INTRO: Musica, canzone con testo

“Don’t you know that you are beautiful

Just the way you are

Just the way you came

No matter what the stars

No matter what they say”]

 

Allison Dye: Ciao a tutti e benvenuti al podcast “Ma non sembri malata”. Io sono Allie.

 

Nicole Calvani: E io sono Nikita.

 

Mattia Abbate: E io sono Mattia.

 

Allison Dye: E oggi parleremo di un discorso nuovo che non abbiamo mai trattato su una puntata del podcast “Ma non sembri malata”. E io lascerei subito la parola a te, Mattia.

 

Mattia Abbate: Mah, allora, questa settimana volevo parlare della tematica della disabilità e della sessualità perché è una tematica che io trovo molto delicata, ma molto importante che venga affrontata perché purtroppo di recente, diciamo, non è stata affrontata in modo intelligente. In particolare faccio riferimento a un podcast che è stato fatto da Fedez che si chiama Muschio Selvaggio dove sono state dette delle cose abbastanza sbagliate, anche gravi. Per prima cosa si è potuto parlare dell’assistente sessuale. È stata definita come una sorta di “prostituta” pagata dallo Stato, cosa che non è assolutamente vera perché è una figura molto seria e importante e soprattutto è una sorta di assistente e accompagnamento anche psicologico. Quindi già questa cosa che è stata detta era sbagliata, e in più sono state dette cose gravi nei confronti delle donne disabili. Questo ci ha fatto pensare che c’era bisogno di parlare di questi argomenti in modo serio. Il problema è questo, che o se ne parla in modo, diciamo, se ne parla troppo magari in maniera sbagliata oppure non se ne parla proprio, cioè non c’è una via di mezzo. Secondo me è una tematica che va affrontata con rispetto ma nello stesso tempo anche senza dire cose che possono offendere le persone.

 

Allison Dye: Certo.

 

Nicole Calvani: Cosa che è successa nella puntata, chiaramente, di Muschio Selvaggio di Fedez. Infatti è stata davvero a dir poco scandalosa perché sono state dette davvero delle cose schifose – e io lo dico, e mi censuro perché davvero avrei delle parolacce da dire. Quello che è stato detto non rispecchia la verità, la realtà.

 

Mattia Abbate: Scandolosa è la parola giusta per me in questo caso.

 

Nicole Calvani: Sì, non trovo altre parole. Bisogna fare informazione, e in un podcast grande come quello, con tanta visibilità e ascolti, visto i personaggi che lo conducono, questa puntata è stata davvero…

 

Mattia Abbate: Direi una porcheria, se devo dire una parola.

 

Nicole Calvani: Bravo. Porcheria. Perché sai, l’ignoranza..

Mattia Abbate: Non è un termine molto giornalistico, però diciamo che mi sembra che rende bene l’idea.

 

Allison Dye: Assolutamente.

 

Nicole Calvani: Hai ragione. Hai ragione. Allora, vogliamo tornare Mattia alla figura dell’assistente sessuale – che ruolo ha? Chi è, cosa fa? Diciamo le cose come stanno davvero, ecco, non come sono state descritte. 

 

Mattia Abbate: Al momento non c’è ancora questa figura, però dovrebbe funzionare così – dovrebbe essere una persona alla quale si può fare riferimento, per le persone appunto disabili, per capire come gestire la loro sessualità, diciamo. Per cui è importante perché serve anche per persone disabili che magari fanno fatica ad affrontare queste tematiche e anche un po’ a capirle e a capire come devono gestire questi aspetti. Quindi per me è una figura fondamentale, perché può aiutare veramente tante persone. Per cui definirla in quel modo vuol dire buttare via il lavoro di tante persone che hanno lavorato per creare questa figura. Nel giro di due minuti sono state dette delle stupidaggini che hanno fatto sì che venisse data un’indicazione sbagliata sul web di persone che non hanno capito niente che dicono “Allora è meglio essere disabili così abbiamo delle prostitute gratuite”. Non è questo che doveva venire fuori ed è una cosa secondo me gravissima.

 

Nicole Calvani: Esatto, esatto. Concordo pienamente, concordo pienamente. E stavi dicendo: è una figura che ancora non c’è, giusto?

 

Mattia Abbate: No, ancora in Italia non c’è, esiste in altri paesi ma però diciamo che in Italia sarebbe questo tipo di assistenza; non sono previsti altri aspetti su questa parte qui, ecco.

 

Nicole Calvani: Ecco, ecco. E tra l’altro, perché poi, perché ci sono anche dei pregiudizi intorno alla sessualità e disabilità, come i disabili “asessuati”… i disabili.. Insomma. Di tutti i colori, di tutti i colori, e appunto tornando al podcast di Muschio Selvaggio purtroppo secondo me hanno solo aumentato questi pregiudizi, hanno.. Come si dice? Ecco, hanno assecondato, forse è il termine migliore.

 

Allison Dye: Sì, gli stereotipi anche.

 

Mattia Abbate: Hanno, come dire, confermato un po’ di pregiudizi con questo discorso. Hanno parlato diciamo dei pregiudizi dei confronti di…

 

Allison Dye: La mia paura con questa cosa è anche che lui viene molto seguito online e in tutta l’Italia, anche la sua famiglia, no? E tante persone hanno sentito ciò che ha detto e praticamente ho paura che vengano normalizzate queste idee sbagliate sulla disabilità, ed è molto preoccupante secondo me. 

 

Nicole Calvani: Concordo pienamente. Non potevi trovare parole migliori per dirlo, Allie.

 

Allison Dye: Perché poi sono delle idee che hanno tantissime persone. Io, negli ultimi mesi, ho notato moltissimi commenti da persone che conoscono che praticamente hanno questi pregiudizi in testa e insinuano delle cose di me che io non ho mai detto. Ad esempio, ho avuto un parente che mi ha detto “Beh, io so che hai delle disabilità quindi se ti serve mai una surrogata per fare i figli un giorno, ci sono io.” Cioè, dal nulla! Perché non abbiamo mai parlato della mia disabilità. Non abbiamo mai parlato della mia vita sessuale o del fatto che posso o non posso avere i figli. Quindi cioè questi pregiudizi, dove li ha presi? Li ha dalla cultura, dalla società secondo me.

 

Nicole Calvani: Dall’ignoranza che c’è a riguardo, ecco.

 

Allison Dye: Sì, sì.

 

Mattia Abbate: Concordo con voi, bisogna avere rispetto, non bisogna parlare senza sapere qual è la problematica della persona perché altrimenti si rischia di dare indicazioni sbagliate. E poi comunque secondo me c’è anche una sfera personale, non è che bisogna per forza raccontare tutti aspetti legati alla propria vita sessuale però allo stesso tempo bisogna anche avere rispetto prima di dire certe affermazioni, perché possono offendere e soprattutto possono essere molto scorrette. Come nel caso di Fedez come ti permetti di dire a una persona, cosa ne sai?

 

Allison Dye: Infatti, infatti. Senza neanche sapere come sto, la mia disabilità. Senza sapere nulla, dal nulla hanno preso queste idee da sole alle fine le persone. Io rimango senza parole, veramente.

 

Nicole Calvani: A me fa incazzare. Io mi incazzo addirittura.

 

Allison Dye: Quando sono incazzata non posso parlare. Ecco.

 

Nicole Calvani: Sì, hai ragione, perché alla fine escono solo brutte cose. Effettivamente! Questa puntata perché.. mi sto trattenendo.

 

Allison Dye: Sì, che poi sarà successo anche a te Nikita che magari le persone pensano “Ah, che bravo Jacopo, sta con te anche se magari tu hai una disabilità.” È successo a me in passato, anche delle persone a me care dicono “Ah, che bravo il tuo ragazzo che sta con te anche se hai una disabilità che sicuramente non potrete avere una vita sessuale.” Tutto da loro è iniziato. Io non inizio mai questi discorsi – per me sono personali ed intimi, come chiunque altro. È che quando hai una disabilità le persone pensano “Ah, io posso parlare di questa cosa privata perché la tua disabilità la sappiamo tutti”. Non so perché si sentono così, però spesso mi capita.

 

Nicole Calvani: Sì, sì, madonna…

 

Mattia Abbate: Ma guarda, anche a me capita a volte che mi vengono a fare delle domande su questi aspetti, ma voglio dire, senza che.. magari ci conosciamo bene. Come dice Allie, sono aspetti molto intimi e personali che nessuno chiederebbe a una persona non disabile, perché a una persona disabili invece glielo devi chiedere? Un conto è se si è molto amici e sono io a raccontarlo ma l’idea che mi chiedono queste cose la trovo una cosa un po’ brutta, un po’ fastidiosa, perché comunque stiamo, come dire, entrando in un aspetto intimo personale che magari non vuole affrontare.

 

Allison Dye: È vero.

 

Nicole Calvani: Sì, poi per carità, c’è chi ne parla apertamente, no? E c’è chi non ne parla per niente oppure, ecco. Io per esempio sono il tipo di persona che solitamente ne parlo con gli amici stretti.

 

Allison Dye: Esatto, anche io.

 

Nicole Calvani: Poi, ci sono altre persone che ne parlano apertamente, che poi anche lì è tutto un discorso un po’ più complicato, però, ecco, io non mi sognerei mai di domandare a una persona che magari non conosco neanche bene o anche che conosco bene, OK? Di domandare o di dire o di offrirmi surrogata come nel caso di Allie. Non mi permetterei mai di tirare fuori la sua sfera sessuale.

 

Allison Dye: Sì, infatti!

 

Mattia Abbate: A meno che non sia la persona stessa che te ne parla.

 

Allison Dye: Infatti.

 

Mattia Abbate: Però si apre con te, non è che si deve aprire con tutti e parlarne con tutti, perché altrimenti.. Però nello stesso tempo non è neanche giusto non parlarne e fare finta che una persona disabile quegli aspetti non ci sono, perché in realtà esistono perché siamo come tutti gli altri da quel punto di vista, per cui non bisogna tenere nascoste queste cose ed è giusto parlarne. Però ne devo parlare con chi mi sento di farlo.

 

Allison Dye: Esatto.

 

Nicole Calvani: Mi sento di consigliare il libro di Marina Cuollo, che si chiama “A disabilandia si tromba”, giusto per rimanere in tema. Consiglio perché tratta anche questo tema, e molto bene. E niente, volevo fare questa piccola parentesi perché l’ho letto un po’ di mesi fa e mi è piaciuto molto. Chiaramente non tratta solo questa tematica ma tante altre come anche tanti altri pregiudizi sul mondo delle persone disabili. E niente, piccolo consiglio dato.

 

Allie e Mattia Abbate: È un bel consiglio.

 

Allison Dye: Da poco mi stava parlando una persona che mi ha detto: “Guarda, mia sorella ha una malattia, ha una disabilità dinamica, quindi non sta sempre benissimo fisicamente, e mi dispiace per suo marito.” E io ho detto: “Come mai?” E fa: “ E, perché immagino che lei non ha sempre voglia di avere rapporti sessuali, e povero lui che sta con questa qui.” E questa persona era seria. Non si vergognava neanche di quello che stava dicendo. E io mi chiedo, a voi: come dobbiamo rispondere a questi momenti? Perché come ho detto prima, io rimango spesso senza parole dalla rabbia, e non so come rispondere. Quindi: voi avete consigli? Avete idee oppure magari avete già una risposta che avete elaborato nelle vostre menti che magari possiamo condividere anche con chi ascolta.

 

Mattia Abbate: Mah, io vorrei dirgli: “Innanzitutto questa è una cosa che non ti riguarda e poi comunque non è così, perché anche noi siamo come tutti gli altri. Poi è ovvio che [magari avere degli accorgimenti?] come dire “Ascolta, però non mi sembra una cosa che..” Oppure vorrei dirgli “No, prima di risponderti…” oppure dirgli “Guarda, è una cosa che non sai e poi comunque non sono affari tuoi”. Anche quello sarebbe da dirgli, perché voglio dire non vedo perché uno si debba.. Nello stesso tempo bisognerebbe anche dirgli “Non è così, non sono affari tuoi. Non è così però preferirei parlarne in un altro modo”. Magari questo.

 

Nicole Calvani: Esatto.

 

Allison Dye: Sì, è un bel consiglio questo.

 

Nicole Calvani: Io sono in difficoltà, perché. Questa è una tematica davvero pochissimo trattata e spesso siamo abituati a passarci sopra perché non si ha voglia di rispondere alle persone. Neanche di stare troppo a litigarci, a, insomma.. Neanche a dare troppe spiegazioni. Però allo stesso tempo si dovrebbe.

 

Allison Dye: Anche perché se ci si litiga ho paura che non imparano.

 

Nicola: Esatto, oltre a quello. Ma nello stesso tempo si dovrebbe anche spiegare, penso. E anche qui entra in gioco dipende da chi ci si trova davanti.

 

Mattia Abbate: Ecco, esatto.

 

Allison Dye: Brava.

 

Nicole Calvani: Quindi, ecco, io mi sento di dirgli questo. Dipende chi ti trovi davanti. Se è un amico eccetera, se non è un conoscente insomma, valutate voi la situazione e fate quello che vi sentite, ma se ne avete la possibilità spiegatelo. Spiegatelo.

 

Mattia Abbate: Sì, questo che hai dato secondo me è il consiglio migliore, perché dipende anche dalla persona che abbiamo di fronte. Alcuni magari possono capire, altri invece lo chiedono solo perché sono curiosi e quello non mi piace invece.

 

Nicole Calvani: Bravo.

 

Allison Dye: Sì, è vero. 

 

Mattia Abbate: Perché con la malattia c’è l’idea che non possiamo avere come dire una vita sessuale come tutti gli altri, ma in realtà su quell’aspetto noi abbiamo specificamente una malattia muscolare quindi non ci dovrebbero essere questi dubbi. Invece la gente a volte pensa che siccome uno ha una malattia muscolare basta, non può più avere rapporti sessuali, che è una stupidaggine. Per dire.

 

Allison Dye: Penso che alla fine io avevo semplicemente detto: Nessuno deve capire il rapporto di qualcun altro. Se loro sono felici e innamorati, dovrebbe bastare quello. Non dobbiamo capire noi che siamo all’esterno. Che alla fine, penso che valga per tutti.

 

Nicole Calvani: Che poi io non capisco neanche le persone curiose. Ma che te ne frega? Voglio dire, madonna guarda…

 

Allison Dye: È vero.

 

Nicole Calvani: Un conto è se uno vuole davvero capire, perché magari proprio è ignorante, OK, e vuole informarsi, vuole capire, è un discorso. Ma se sei solo curioso, sei stronzo, basta, scusate. Abbiate pazienza, oggi..

 

Allison Dye: Io non ho queste curiosità. Cioè, veramente, non mi vengono. Perciò rimango talmente incazzata che non posso parlare in quei momenti. Perché non so neanche da dove iniziare.

 

Nicole Calvani: Per non parlare di quante volte alla fine i rispettivi compagni, mariti, compagne insomma vengono visti più come assistenti che come compagni. No?

 

Allison Dye: Vero. “Quanto sono bravi, sono degli angeli, quanta pazienza, ma quanto sono..” Ma veramente, fa esaurire.

 

Mattia Abbate: Persone che sono sposate o fidanzate con persone disabili, c’è chi magari a questi pensieri, esatto, è una cosa assolutamente sbagliata e poco rispettosa. Non è un santo, è una persona che è innamorata di un’altra persona e vuole avere una vita con te al di là della disabilità o meno. Questo è il discorso secondo me.

 

Allison Dye: Mh-mh, mh-mh.

 

Nicole Calvani: Vero, vero, esatto, esatto. Infatti, Mattia mi ricordo che quando avevi scritto l’articolo su me e Jacopo ti ricordi che avevamo affrontato anche questa tematica. Ora, non si era parlato di sessualità ma del fatto che Jacopo fosse ogni volta visto come un santo oppure come.. Che, per carità, lo è, ma non perché io sono una povera malata a cui assistere, ma perché io c’ho un carattere peperino, ad esempio, per dirvi. Quindi, è assurdo, davvero, io boh, ecco. E appunto, riassumendo, nel podcast di Fedez chiaramente tutti questi pregiudizi si sono solo che triplicati, aumentati.

 

Mattia Abbate: Nei confronti delle donne disabili sono state dette cose gravi, come…

 

Nicole Calvani: Mamma mia…

 

Mattia Abbate: Come una battuta che ha fatto Immanuel che ha detto che potevi dirgli di stare fermi, cioè una cosa che ho trovato di una violenza già a livello verbale questa frase..

 

Nicole Calvani: Bravo.

 

Mattia Abbate: Come istigare la violenza nei confronti delle donne disabili, ma di cosa stiamo parlando, cioè veramente.

 

Nicole Calvani: Bravo.

 

Mattia Abbate: Non fatemi dire parole perché sarebbero veramente parole volgari, però veramente mi ha fatto arrabbiare questa cosa.

 

Nicole Calvani: Sì, tra l’altro si è anche giustificato dicendo che era ironia e chiaramente l’ironia ragazzi è tutt’altro, non è quello sia chiaro. Quello non era ironia, quello.. vabbè, mi censuro, abbiate pazienza. Però, immaginate la risposta insomma perché poi non si sa mai.

 

Allison Dye: Sì, vero vero. Cosa vogliamo dire – magari sta ascoltando qualcuno e dicono “Oh, ma io ho chiesto delle domande simili a una persona con una disabilità.” Magari hanno detto qualcosa pieno di pregiudizi come ha fatto Fedez nella sua puntata. Cosa vogliamo dire a quelle persone? Cosa possono fare d’ora in poi per aiutarci ad informare le persone?

 

Mattia Abbate: Innanzitutto magari cercherei di capire meglio che cosa comporta la patologia della persona che mi trovo di fronte, e poi da lì magari dopo che si crea un po’ di amicizia e ci si conosce allora si possono provare ad affrontare certi temi. Però, sempre deve essere la persona con la malattia a voler affrontare quel tema, perché altrimenti se parte dagli altri può risultare un po’ offensivo. Nello stesso tempo, non bisogna neanche non parlarne mai di fronte a noi, perché sono tematiche che se ne può parlare in modo intelligente, rispettoso.

 

Allison Dye: Certo, sì.

 

Nicole Calvani: Concordo pienamente con tutto quello che ha detto Mattia. E io chiedo in questa puntata pubblicamente se si può dire così, che sia cancellata quella puntata del podcast, che venga cancellata, e che vengano fatte delle scuse pubbliche da Fedez, da chi è stato in quella puntata lì, chiunque. Perché davvero sono state dette cose cioè di una violenza come ha detto Mattia prima tremenda, tremenda, tremenda.

 

Allison Dye: Sì, sì. Hai detto proprio quello che pensavo anche io, Nikita. È quello che spero. E io, in conclusione della puntata, vorrei velocemente riassumere che le vite sessuali delle persone sono dei discorsi intimi, non c’è bisogno di parlarne se non parte dalla persona stessa e vale anche per le persone con malattie invisibili e disabilità. Non avete il permesso di chiederci qualsiasi cosa che che vi viene in mente solo perché siete curiosi, e se siete come noi e avete avuto esperienze simili sappiate che non siete soli. L’abbiamo passato anche noi, ci dispiace se avete avuto delle esperienze brutte e comunque la speranza che speriamo di trasmettere a tutti voi è di continuare a diffondere le informazioni giuste e condividere le nostre storie insieme.

 

Nicole Calvani: Concordo pienamente con tutto quello che hai detto, Allie, non potevi riassumete meglio.

 

Mattia Abbate: Sono perfettamente d’accordo.

 

Allison Dye: Grazie di cuore, Mattia, per essere stato di nuovo in puntata con noi. È sempre un piacere.

 

Mattia Abbate: Grazie a voi, è un grande piacere vi ringrazio moltissimo.

 

Nicole Calvani: Piacere nostro.

 

Allison Dye: Andate a seguire Mattia su Instagram: Abbate Mattia. Trovere il link alla sua rubrica su Repubblica che tratta temi di disabilità e molto altro e anche una pagina Facebook che si chiama “Disabili a tempo pieno”. Grazie a tutti voi che state ascoltando.

 

Nicole e Allison Dye: Un abbraccio a tutti.

 

[SIGLA OUTRO: Musica, canzone con testo

 

“Don’t you know that you are beautiful

Just the way you are

Just the way you came

No matter what the stars

No matter what they say”]

2 thoughts on “Parliamo della disabilità e sessualità insieme a Mattia Abbate”

  1. Ragazzi….ciao!
    mi vien da dire che voi siete i soggetti principali , sovrintendete alla Vs. realtà , alla Vs. Vita , siete i maestri e con la Vs. pazienza potete far comprendere poco alla volta alle persone poco intelligenti i modi e i pensieri corretti per capire ed entrare in totale sintonia con voi- E ragionare entrando nei giusti canali. dico anche a voi di essere superiori a qualsiasi cosa venga erroneamente e pericolosamente detta, e ….ne siete capaci ! Ma sicuramente poi fare discorsi che aiutino le persone a capire che sbagliano. Senza rancori ! (se possibile..!)
    Un abbraccio forte
    Demetrio

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