Con tanto piacere vi presentiamo Chiara Del Carlo, una ragazza fortissima e membro della nostra comunità.
Chiara Del Carlo
Io sono Chiara ho 24 anni, la mia vita è radicalmente cambiata dal 2020 quando ho cominciato a stare molto male, sempre di più ho perso la fiducia nel fatto di potere stare meglio, ho dovuto lasciare il karate, la mia passione… Porto avanti l’università e la vita tra ospedali, ricoveri e visite che non portano mai a una diagnosi completa.
La mia diagnosi
L’unica diagnosi che ho è quella di vulvodinia, malattia invalidante e distruttiva, ma che per ironia della sorte non è riconosciuta dal sistema sanitario.
A volte non so nemmeno io come faccio a reggere, a cercare il buono, a vivere, a continuare a credere in me nonostante il non essere creduta o compresa dagli altri soprattutto quando dico che sto male.
Non ho una diagnosi, ma mille esami alterati e mille sintomi, ho subito medical gaslighting e alla fine ho dato io un nome al mio stare male, nel frattempo che continuo a cercare.
Gli ho dato un nome perché la voglio distinguere da me, io non sono la mia malattia.
La mia malattia si chiama Larsen, il nome che è preso dall’omonima canzone di Caparezza, se l’ascoltate capirete perché.
Chi sono
Io invece sono Chiara, più grande della malattia, amo il colore blu, la musica e ridere, amo la vita, il karate è comunque il mio stile di vita, mi piace leggere, mi piacciono le storie, sono in grado di sciogliermi per un tramonto sul mare, amo usare l’ironia per tirarmi fuori dai guai, vado in psicoterapia da un anno perché è il regalo più bello che si possa fare a sé stessi e studio psicologia perché sento il bisogno di ascoltare: un dolore ascoltato fa meno male.
In questa foto ero a capodanno, facendo finta di stare bene, o meglio, ignorando il dolore, spostando l’attenzione su altro per esempio sul brindisi anche se era con l’antidolorifico e stando accanto al mio ragazzo, organizzando cose belle per lui che amo dal primo giorno che la vita ci ha fatto incontrare.
Stavo male, ma oltre al dolore c’è altro, difficile da vedere, ma c’è.
Il mio messaggio
Quindi un grande abbraccio e tanta forza a tutti noi che siamo speciali: abbiamo la paura e il coraggio di svegliarci la mattina, l’ansia per la maggior parte del tempo e la forza di fare le scelte che ci fanno sentire liberi, ma di cui abbiamo anche tremendamente paura.
La paura di stare male, di non farcela a realizzare i propri sogni pur sentendosi pronti a farlo a volte ci blocca.
Ognuno di noi forse cerca di uscire dal dolore quando si sente pronto ad affrontarsi, siamo stelle che nel buio brillano e finiscono a produrre luce appunto poiché intorno non ce n’è.
Siamo quelli che hanno già visto cosa ci può crollare addosso e comunque tra un crollo e un sorriso continuiamo ad andare avanti.
Forse se alla fine di questa mia storia qualcuno troverà il coraggio di affrontare il suo dolore e vivere ogni momento come se fosse l’ultimo, il mio dolore e anche il vostro acquisterà un senso.