Ci servono le trascrizioni e dato che Allison e Nicole non hanno sempre il tempo di fare tutto da sole, e questa trascrizione è qui solo grazie ad Alessandra Vallera che ha voluto darci una mano.
Se vuoi aiutare a trascrivere le puntate anche tu, contattaci!
[SIGLA INTRO: Musica, canzone con testo
“I just know you’ve got that something,
Something special ‘bout you”]
Allison Dye: Ciao a tutti, benvenuti al podcast “Ma non sembri malata” Io sono Allie
Nicole Calvani: E io sono Nikita
Allison Dye: E oggi volevamo parlare di una mia storia, vero? Di un incidente che mi è successo un paio di anni fa
Nicole Calvani: Esatto, esatto. Allie grazie innanzitutto per parlarne perché anche questo è un argomento molto importante, perché diciamo che si tratta, come abbiamo parlato io e te prima, di salute mentale e pregiudizi, in poche parole, no?
Allison Dye: Sì, sì, esatto
Nicole Calvani: Cosa è successo? Detto proprio…
Allison Dye: Allora nel 2019 ero seduta a cena con delle persone a cui voglio tantissimo bene ed è successo un incidente con una specie di candela. Hanno cercato di riaccenderla con l’etanolo e non sappiamo come mai ma è esploso nella mia faccia e sono iniziata a bruciarmi tutta, tutto il viso, le orecchie e avevo addosso la maglietta che si è proprio sciolta, cioè la fronte della maglietta si è tutta sciolta e in quei momenti provavo il dolore più forte che ho mai provato in tutta la mia vita. E strillavo talmente forte che anche dopo che ero tornata in quel palazzo dove è successo l’incidente delle persone che non conoscevo mi chiedevano come stavo perché avevano sentito gli urli che uscivano da quell’appartamento quella sera. E praticamente sono… in quel momento ho capito che il dolore ti cambia e che può anche togliere il ragionamento, in quel momento cercavo di buttarmi addosso l’acqua e chiedevo la mamma, pregavo ad alta voce e chiedevo ambulanza. Cercavano di chiamare un’ambulanza e intanto io potevo pensare solamente al dolore e sono scappata giù, giù le scale andando verso giù dalle scale per arrivare sotto, così quando arrivava l’ambulanza speravo di poter entrare e che mi aiutavano e invece hanno deciso di accompagnarmi subito. Ero senza occhiali che li avevo tolti e scappavo, tremavo tutta e tutto il viaggio per arrivare all’ospedale urlavo e pregavo. Appena siamo arrivati, sono scesa dalla macchina che non ero… non aspettavo neanche che si fermava la macchina, non si era neanche del tutto fermata, sono entrata in pronto soccorso e dicevo “Qualcuno mi può aiutare?” e piangevo tantissimo. Non hanno fatto entrare le persone che mi hanno accompagnato, per la paura che me l’avevano fatto apposta e per questo devo dire è stata una cosa davvero importante e apprezzo tantissimo che c’è questo regolamento nell’ospedale anche se era stato un incidente posso pensare solamente se era stato fatto apposta, non vorrei che si fidassero delle persone che mi hanno accompagnata, hanno voluto allontanarmi da tutti in modo da chiedermi cosa è successo, con così tanta empatia e un sacco di protezione perché sentivo bussare alla porta, secondo me chi mi ha accompagnato voleva entrare per starmi vicina però dicevano “No, no, no, non entrate. Dobbiamo ascoltare solamente la sua storia. E cioè sono stati anche severi con la loro risposta perché… mi sono sentita subito protetta anche se era stato solamente un incidente, mi sono sentita subito molto molto protetta e devo dire, che è una cosa, diciamo un regolamento che bisogna tenere secondo me questo modo di fare attenzione.
Nicole Calvani: Concordo. Non sapevo neanche che esistesse questo regolamento, quindi è bello sapere che esista, perché…
Allison Dye: Sì
Nicole Calvani: Effettivamente in alcune circostanze, purtroppo succede proprio quello, che insomma purtroppo succedono queste cose… che non sono proprio incidenti.
Allison Dye: Esatto, esatto.
Nicole Calvani: È importantissimo.
Allison Dye: Devo dire in quei momenti di dolore pensavo… chiedevo i nomi di tutti. Non so come mai, ma in tutto quel dolore lì, tremavo in tutto il corpo, dicevo “Tu come ti chiami?”. C’è uno che si chiamava Emanuele e io “Ah ti chiami Emanuele come come mio zio” chiedevo i nomi a tutti quanti mentre cercavano di mettere cose fresche. Non so cosa mi hanno messo, però sembrava l’acqua dal cielo, che stavo così bene, cose che mettevano addosso, controllavano tutto. È entrato un dottore per vedere la gola, perché c’era magari fumo, sai non sapevano se ero bruciata dentro e praticamente hanno detto: “Questo è il dottor Gabriele, hanno detto anche il cognome e io semplicemente ho detto “Ciao Gabri” e non so, nel dolore ero diventata proprio, non so molto amichevole.
Nicole Calvani: Eri sotto shock anche quello.
Allison Dye: Sì, Sì
Nicole Calvani: Immagino. Mamma mia Allie.
Allison Dye: Avevo chiesto a tutti la mamma, però mia mamma non era vicino perché io ero in Italia e tutta la mia famiglia era qui negli Stati Uniti e quindi chiedevo la zia, chiedevo… io volevo volevo stare bene, volevo che tutto il dolore passasse prima possibile. Mi hanno accompagnata ad un centro ustioni a Parma che dicono che è un centro molto molto diciamo bello, che fanno davvero, prendono davvero cura delle persone con ustioni gravi
Nicole Calvani: Sì
Allison Dye: Mi hanno accompagnata lì, nel viaggio in ambulanza c’era un tipo lì che si chiamava, se mi ricordo bene si chiamava Andrea, che chiedevo i nomi a tutti non so perchè, però comunque mi dava la morfina per il dolore perché soffrivo tanto. Ad un certo punto mi guarda e mi dice “Ma tu stai sentendo troppo dolore. Io ti vedo, sei silenziosa ma soffri. E ha alzato un pochino la, come si dice, la dose che mi entrava.
Nicole Calvani: Mhm
Allison Dye: E infatti quando siamo arrivati aveva detto a tutti quanti “Guardate che lei soffre in silenzio, quindi dovete stare attenti voi, perché lei non dice nulla, però sta soffrendo tanto. E c’era un infermiere che aveva detto una frase come se io avessi fatto qualcosa di stupido quanto… per quanto riguarda il fuoco e mi sono fatta male, e lui è stato pronto a dire “Guarda che non ha fatto nulla, era lì seduta a cena ed è successo un incidente”. E così, non so, tutto il tempo mi sentivo così protetta dalle persone intorno a me, anche persone che avevo appena conosciuto ed era una bellissima cosa e praticamente sono rimasti in ospedale per un po’ di notti con tutta… Ero tutta bianca… Cioè mi hanno messo le fasce tipo, con tipo le creme antibiotico sulle ustioni
e devo dire che soffrivo così tanto, che il dolore più forte che abbia mai sentito in tutta la mia vita.
E c’era Damir con me, tutto il tempo. Non mi ha lasciato neanche un secondo
Nicole Calvani: Eh Damir, bravo Damir, mi fate così tanto tenerezza perché è bellissimo quando siete insieme. Te lo giuro siete bellissimi.
Allison Dye: Sì, sì,
Nicole Calvani: Entrambi molto timidi. Molto ecco, silenziosi, perché anche lui molto è silenzio.
Allison Dye: Sì, esatto, esatto..
Nicole Calvani: Però siete davvero fantastici
Allison Dye: Grazie:
Nicole Calvani: Anche lui è bello come ci siete entrambi l’uno per l’altra, no?
Allison Dye: Sì, esatto
Nicole Calvani: È molto bello, soprattutto in momenti come questi che sono momenti di panico quindi insomma…
Allison Dye: Esatto sì infatti.
Nicole Calvani: E non è facile neanche mantenere diciamo la calma. Ecco.
Allison Dye: Infatti. Certo. Certo. E quando mi vedevo allo specchio allo specchio, quando andavo in bagno nella stanza in ospedale, mi veniva solo da piangere perché da quel che potevo vedere ero tutta rossa, il resto non potevo vedere perché ero tutta bendata. Avevo un sacco di paura, non riuscivo a vedere niente perché gli occhiali li avevo tolti e tutta bendata non riuscivo più a metterli da quando ero tutta coperta. Ed erano dei giorni davvero difficili, ero proprio in shock e non ero cosciente ma la mia salute mentale da quel momento non era tutto a posto. Nel senso che ci ho messo un sacco di tempo ora ad essere calma, anche a parlare di queste cose, perché al momento io invece di parlarne, cercavo di dimenticare tutto, che era stato uno shock e non capivo come mai era successo, certamente un incidente, però comunque ti chiedi “Ma come mai è successo?” e soffrivo e volevo raccontare questa storia oggi perché c’è un sacco di… dovrei dire… ci sono un sacco di persone che si vergognano quando la pelle viene tutta trasformata dalle ustioni e io sono stata fortunatissima, nessuno vedendomi indovinerebbe che mi è successa una cosa simile, sono guarita talmente tanto, però ci sono persone che rimangono con le cicatrici e ho visto in varie comunità online che sì, sì vergognano tanto e devo dire, aver passato quel dolore, non è neanche una percentuale di quel dolore che alcuni subiscono con un incidente con fuoco con ustioni simili. Secondo me non ci dovrebbe essere mai vergogna perché è un dolore… cioè, tremendo. E se sopravvivi, è proprio un miracolo e l’altra cosa è che le risposte di tantissime persone che, vabbè, sono state intorno a me che non per cattiveria ma dicono le cose sbagliate come ben sappiamo anche con le malattie invisibili no?
Nicole Calvani: Esatto.
Allison Dye: E praticamente c’era chi mi aveva detto addirittura che avevo un po’ più colore nel viso, e stavo guarendo, però hanno detto “No prima era così pallida! Ora hai un po’ di colore
Nicole Calvani: No vabbè. Mamma mia.
Allison Dye: C’era chi mi guardava e diceva “Guarda poteva essere molto peggio” e c’era chi diceva “Ma come mai chiedevi l’ambulanza? Tanto non serve! Dovevi risciacquarti e magari andare in pronto soccorso. Cioè dire che dobbiamo chiamare l’ambulanza è un po’ esagerato!”. O… Sai, delle frasi che non cercavano di ferirmi, eccetera, però c’era chi mi diceva “Dovevi stare di più sotto l’acqua”
Nicole Calvani: Mhm
Allison Dye: Oppure dovevi reagire in questo modo…e non è d’aiuto. Uno perché già tutto fatto e due, non sanno che dolore stavo provando. Non ragionavo.
Nicole Calvani: Mamma mia.
Allison Dye: Dico sempre, ho la malattia invisibile, non vedono il dolore quindi certo che magari non capiscono e in quel momento ho capito che anche se il dolore è lì, sulla tua faccia, tutta ustionata, ancora non lo capiscono.
Nicole Calvani: Nonostante sia evidente, diciamo, ecco.
Allison Dye: Esatto
Nicole Calvani: Sì, è abbastanza triste perché anche qui è sempre il discorso che penso che c’è chi lo fa in buona fede, pensando di tirarti su il morale, ma in realtà ti urta e basta.
Allison Dye: Esatto.
Nicole Calvani: Oppure c’è chi lo fa con cattiva fede, che non gliene frega nulla e deve sparar la sua sentenza senza neanche sapere. Ecco, è questa è la categoria più odiosa.
Allison Dye: Certo.
Nicole Calvani: Perché non si aiuta la persona, ma anzi, la si urta, la si offende, e non va bene…cioè…non va affatto bene.
Allison Dye: Sì, Sì. E poi non è colpa di tutti, che non sanno rispondere a qualcuno che passa una situazione simile, io lo so, lo capisco, non tutti capiscono le conseguenze mentali per un incidente simile. Non si sono resi conto. Quando sminuivano le cose, lo facevano perché secondo loro aiuta in qualche modo.
Nicole Calvani:E ora come come la vivi Allie? Insomma, pensando a tutto ciò, raccontantolo, come ti senti? Cosa provi?
Allison Dye: Allora al momento il dolore era fortissimo e la guarigione fisica è stata dura perché dovevo fargli lavaggi, dovevo applicare l’antibiotico, mi cadeva pure alla pelle, cioè perché era tutta bruciata.
Nicole Calvani: Sì.
Allison Dye: E alcune… cioè ad un certo punto ho perso pure la pelle delle labbra che è una cosa impressionante e quindi è stata dura, però non potevo immaginare I problemi mentali che mi sono rimasti erano le cose più difficili da… da guarire, da combattere, ecco. Che praticamente sì, mesi dopo che è successo, Io continuavo a dire “Dai, eh, andrà tutto bene, ora sono guarita, non si vede neanche che è successo qualcosa” ma ho iniziato ad avere problemi di trauma, cioè mi svegliavo di notte sentivo odore di fuoco, Iniziavo a strillare, a camminare per casa e dire “Oh, devo trovare dov’è il fumo, da dove viene questo fumo” perché sentivo l’odore di fuoco, di bruciato. Mi sentivo fuori di testa perché poi una volta tutta svegliata, che i genitori mi calmavano, capivo che non era tutto vero però mi svegliavo che sentivo di nuovo il dolore sul viso, avevo sognato incubi di fuoco dell’incidente o magari mi tornavano i pensieri quando meno me l’aspettavo. E questo fa parte del trauma, magari mi sedevo a tavola, non importa che tavolo, per cenare, e tornavano i ricordi di come mi ero seduta a tavola quella sera e mi è successo l’incidente. Quindi anche quando meno te lo aspetti, possono tornare questi ricordi, e sembra che ti causano di nuovo tutto il dolore da capo in un certo senso.
Nicole Calvani: E sì, cavoli. E la mia domanda è: “Ma sei riuscito a superarla, magari con la psicoterapia un po’ diciamo il trauma oppure tutt’ora stai combattendo, pesantemente diciamo, nel senso, va meglio oppure se ci stai ancora lavorando.
Allison Dye: Allora io direi, io direi che sta migliorando più tempo passa, più migliora tutto. Però appunto possono tornare questi pensieri quando meno me l’aspetto. Tornano molto di meno, tipo evito certe cose perché so che mi fa stare male, cioè se c’è un po’ di cibo bruciacchiato evito perché quel gusto mi fa ricordare il gusto che avevo quando sono stata bruciata. Se ci sono candele accese, anche per un compleanno, io sto lontano perché sto più tranquilla, non c’è bisogno di andare in panico, non devo spaventarmi a stare vicino alle candele. Prima non potevo neanche stare in casa se c’era una candela accesa, quindi mia mamma ha detto dai basta con le candele. Ma un paio di settimane fa c’era stato un compleanno in casa, hanno messo una candela, Io sono stata abbastanza lontana però ero abbastanza tranquilla. Questo già è un passo grosso in avanti.
Nicole Calvani: Cavoli
Allison Dye: Però ad esempio, un paio di mesi fa, c’era qualcuno in cucina che ha iniziato a bruciare qualcosa al forno, usciva un sacco di fumo, sentendo l’odore m’ha fatto tornare tornare questo panico, ho iniziato a piangere forte, avevo il battito cardiaco alzato, avevo proprio un attacco di panico che non mi aspettavo certamente. Però già succede molto meno rispetto a prima.
E la cosa che ho dovuto fare per affrontare queste paure è non cercare di ignorare queste emozioni. Ho dovuto imparare che invece di dire “Guarda non è niente, ma perchè devi andare in panico” ho capito che è il mio corpo, è la mia mente che cerca di farmi stare bene. Va in panico perché dice “Guarda l’altra volta non siamo stati attenti e ci siamo fatti male, ci siamo bruciati, devi stare super attenta” e anche quando non è il momento di stare super attenta per una candela del compleanno. E quindi è un po’ confuso il cervello e il corpo e reagisce in questa maniera, ma invece di dire “Mamma mia ma perché ogni volta mi deve succedere, non era niente, ora sono guarita” dico “Guarda noi stiamo bene quando c’è la candela e non ho il panico, non devo andare in panico perché va tutto bene, staranno attenti. E se dovesse succedere qualcosa, tu sai come fare, ti allontani, non non devi avere questa paura. Invece di cercare di combattere contro questa paura e negare che esiste, cerco di parlarmi con tantissima calma e con tantissima affetto come farei con una bambina che ha paura.
Nicole Calvani: È bello, è bello ciò che hai appena detto Allie, perché comunque non è facile arrivare a questa conclusione, ci sono persone che magari ci mettono anche anni e anni perché subiscono traumi del genere e davvero, cavolo Allie, quanta forza c’hai bimba, te lo dico sorridendo perché certo mi dispiace però mi fa piacere sentire ciò da te, sentire che ti sei riuscita a far forza, che sei riuscita a prendere consapevolezza di ciò che ti è successo e… grazie.
Allison Dye: Eh, per me è stato un grande passo anche parlarne oggi sul podcast perché non è una storia bella. E prima, quando cercavo di parlarne, che magari le persone vogliono sapere “Ma che ti è successo” e sono curiosi, ma non capiscono che in quel momento mentalmente è molto difficile esprimere ciò che è successo. È proprio difficile perché rivivi, cioè sembra che vivi di nuovo tutto, senti di nuovo il dolore, invece adesso che riesco a parlarne, sono fiera di questo mio percorso e sono così grata che ci sei tu ad ascoltare e ad incoraggiarmi sempre.
Nicole Calvani: E io sono grata che ci sei tu anche per tutto questo, quindi senza di te tutto ciò non si poteva fare, quindi è reciproca la cosa.
Allison Dye: Sì, sì. E io direi a chiunque sta passando questi momenti di… perché davvero il trauma esiste e fa degli effetti strani: incubi, ricordi che vorresti dimenticare, momenti di panico quando è solo una candelina, può essere per tante cose non solamente chi si è bruciato, ustionato così, per tante cose, Io direi non vergognarti. La mia terapista mi ha aiutato tantissimo durante questi anni e io consiglierei a chiunque di trovare qualcuno con cui possono parlare e cercare di… non lavorare, ma amare se stessi, nonostante queste paure che magari non capiscono.
Nicole Calvani: Grazie mille Allie. Un’altra bella lezione ci hai dato.
Allison Dye: Grazie a te. Grazie a te. Ti mando un grosso abbraccio e mando un abbraccio a chi sta ascoltando.
Nicole Calvani: Un abbraccio enorme a tutti, soprattutto a te, Allie.
Allison Dye: Grazie. Chi sta ascoltando, se volete seguirci, noi siamo su Tik Tok, Twitter, Instagram, Facebook- Potete trovarci su Spotify, Apple podcast e ovunque si possono ascoltare i podcast. Se potete lasciarci una recensione, ci potrebbe aiutare tantissimo e condividete questa puntata anche con i vostri amici. E ci sentiremo settimana prossima. Ciaooo.
Nicole Calvani: Ciaoooo.
[SIGLA OUTRO: Musica, canzone con testo
“I just know you’ve got that something,
Something special ‘bout you”]